ANDORESI MARINAI AGRICOLTORI - Andora nel tempo

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ANDORESI MARINAI AGRICOLTORI

STORIA E DOCUMENTI > CURIOSITA' STORICHE
ANDORESI MARINAI AGRICOLTORI
(Antonello Degola)
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Veliero ex-voto di marinai andoresi, esposto nella Chiesa della Santissima Trinità di Rollo

Andora è stata da sempre fondamentalmente contadina e marinara.
Nel cuore e nella testa degli antichi Andoresi albergarono fortemente due realtà: la terra e il mare.
La terra e il mare non erano per essi solo fonti di sostentamento ma mete ideali di vita per uomini semplici, duri, temerari, quasi dei semidei!
Cosi descrive i marinai del Ponente ligure il Gio Bono Ferrari, grande conoscitore di navi e di uomini: “Sferzati dai venti, flagellati dalle bufere, arsi dal sole o cotti dai geli, questi uomini, semplici e duri, varcarono gli oceani portando nei più lontani continenti, fra le genti più remote, nei più aspri lidi, con ardua, tenace, silenziosa fatica le sacre insegne della Patria”.
Molti Andoresi si imbarcavano in gioventù sui grandi e piccoli velieri, viaggiando per i mari di tutto il mondo, ma quando sbarcavano e si accasavano diventavano alcuni, pochi, pescatori, e la maggior parte di essi contadini o “terraioli” come li definisce il capitano e scrittore Flavio Serafini nei suoi libri sulla marineria del Ponente ligure.
Questi ex marinai, ora contadini, si dedicavano alla cura dei campi e soprattutto alla olivicoltura.
Allora non vi erano malattie negli uliveti e i raccolti erano abbondanti, l’olio di Andora era rinomato e si vendeva bene: il migliore a 0,85 lire al litro.
Alla marina di Andora sulla destra del Merula, approdavano spesso dei “laut” di Sanremo e dei “layatti” francesi che ne acquistavano dei carichi interi.
Un capitano, nativo di Andora, fu Giulio Giacinto, che navigò tutta la vita sui velieri, trasportando merci e passeggeri in tutto il mondo.
Altro capitano andorese fu Agostino Pagliano, un comandante di ferro, che viaggiò soprattutto nel Pacifico.
Durante uno di quegli interminabili viaggi, due marinai di San Giovanni disertarono al Callao.
Dopo molti anni si seppe in paese che essi erano andati a lavorare nelle miniere d’argento dell’alto Perù e che avevano fatto fortuna.
Non ritornarono mai più in patria e non se ne seppe più nulla.
E non ritornò mai più anche un marinaio di Rollo, il cannoniere Giuseppe Garassino della RN “Ettore Fieramosca” che, trovandosi di stanza ad Assab, si offrì volontario per la spedizione del capitano Giulietti di Casteggio, completamente massacrata dai nativi in Dancalia nel maggio del 1881.
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