FUGATICO
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IL "FUGATICO"
(Roberto Risso - Mario Vassallo)
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La piana di Andora era, in buona parte, coltivata a oliveto mentre il mercato dell'olio (a basso prezzo) non garantiva un giusto guadagno; per contro i conduttori dei fondi erano tenuti e obbligati a pagare imposte e tasse “fugatico” (focatico o fuocatico) che era molto gravoso.
Gli stessi conduttori dei terreni hanno provveduto a sradicare gli alberi e a vendere la relativa legna a ditte interessate a tale commercio.
La legna, sezionata in misura commerciale veniva trasportata con carri a trazione animale, quindi, caricata in vagoni ferroviari, all'uopo dedicati presso la stazione ferroviaria di Andora.
Quale compenso per questo trasporto veniva proposto l'accatastamento dei terreni sui quali erano impiantati gli alberi, in capo ai “trasportatori carrettieri”; nessuno di questi ha accettato la proposta in quanto i terreni (resi gerbidi) comunque sarebbero stati gravati dal “fugatico”.
Non mi è dato sapere ancora come sia avvenuto il passaggio di proprietà (assegnazione in capo ai nuovi conduttori).
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Si trattava di una tassazione applicata in funzione dell'estensione terriera, gravante sulla conduzione del fondo stesso.
Ciò significa che "colpiva" non tanto il proprietario, ma principalmente l'utilizzatore materiale del terreno.
Col taglio della legna, i terreni erano diventati gerbidi, improduttivi, almeno fino alla loro successiva conversione in frutteti, seminativi, orti e conseguentemente i conduttori si sarebbero trovati "impegnati" con terreni privi di produttività, sebbene dovendo continuare a pagare la tassazione in quanto ugualmente conduttori.
A questo punto, i terreni sarebbero stati abbandonati dai conduttori, diventando di fatto soggetti alla sola appartenenza ai proprietari, i quali avrebbero dovuto accollarsi l'intera tassazione.
Per questo motivo i possidenti terrieri tentarono in qualche modo di svincolarsi cedendo e fino a "regalare" i loro appezzamenti a coloro che fino ad allora erano stati i conduttori, i quali però rinunciarono all'acquisizione, poichè ciò avrebbe significato diventare contemporaneamente proprietari e utilizzatori di terreni improduttivi, ma ugualmente tassati.
Non è dato sapere fino a quando fu applicata questa tassazione, di sicura derivazione napoleonica: infatti, non dobbiamo dimenticare che l'interesse di sfruttamento economico di Napoleone sui territori conquistati, portò alla "invenzione" del Catasto, che altro non era (e così è anche attualmente) che una classificazione in funzione della regolamentazione per l'applicazione di valori fiscali (in sostanza per l'applicazione di tasse e imposte).
Questo tipo di tassazione (fugatico), nel tempo cade in disuso (quando, con precisione non lo sappiamo), tramandandoci la sola forma di rapporto economico-fiscale tra proprietario e conduttore, manifestata per lungo tempo con i contratti agricoli di mezzadria e colonia parziaria (quest'ultima poco usata localmente): contratti che prevedevano la regolamentazione dei rapporti di "pagamento" tra proprietario/conduttore e conseguentemente le rispettive incidenze percentuali in quelle che saranno le applicazioni fiscali.
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Estratto dal Dipartimento delle Finanze:
"La legge n. 4513 del 26 luglio 1868 diede facoltà ai comuni di imporre, nei rispettivi territori, la tassa di famiglia o di focatico.
Il focatico era un'imposta applicata su ciascun focolare, vale a dire su ciascuna abitazione di un gruppo familiare, o su ciascun fumante, se l'abitazione comprendeva più gruppi familiari.
Erano soggette alla tassa "le famiglie tutte residenti nel comune in ragione delle loro rendite, prelevate le spese di produzione e sottratte le annualità passive, qualunque ne sia l'origine, il moto e il luogo donde provengono".
L'oggetto del tributo fu individuato nell'agiatezza, per cui la tassa famiglia non costituiva una tassa addizionale a quella sulla ricchezza mobile, né a quella sui fabbricati, né all'imposta prediale, ma si faceva esclusivamente riferimento a tutte quelle circostanze che contribuivano a maggiori o minori agi di una famiglia.
Erano pertanto indici di agiatezza il valore locativo dell'immobile, il lusso della casa, nonché la posizione sociale.
Soltanto un esiguo numero di comuni esentarono dal tributo le famiglie più povere.
La stragrande maggioranza adottò aliquote progressive.
Il Testo Unico di riforma della finanza locale, R.D. 14.09.1931, n.1175, entrato in vigore l'1 .1.1932, sostituì l'imposta di famiglia con un'addizionale all'imposta complementare di stato, applicandola però solo alle ultime tre classi demografiche comunali (per i comuni con popolazione inferiore ai 30 mila abitanti).
Gli altri comuni avevano invece la facoltà di istituire il tributo sul valore locativo."
Tale imposta fu abrogata definitivamente dalla riforma tributaria del 1974.
In realtà, il "fuocatico" fu inizialmente abolito con regio decreto legge del 30 dicembre 1923, ma le enormi difficoltà che i comuni incontrarono nel trovare risorse compensative, indussero il Governo a reintrodurre temporaneamente la tassazione con la denominazione di "imposta di famiglia" mediante il regio decreto legge del 23 maggio 1924.
Il fuocatico è presente come forma di tassazione applicata già in ambito europeo dall'epoca medievale e conosciuto sulla penisola italiana per l'adozione da parte degli angioini già nel XIII secolo.
Sostanzialmente il ruolo era composto da tre categorie:
- il fuoco, cioè su ogni abitazione famigliare, conteggiati per capofamiglia;
- la terra coltivata, classificando i terreni coltivati misurati secondo l'unità di misura vigente nel Comune;
- la classe di reddito nella quale era catalogata la famiglia; i contribuenti di condizioni economiche più limitate erano esenti da tale classificazione, la quale risultava una sovrattassa per i più abbienti, originando evasioni ed esenzioni concesse a favore delle famiglie "importanti" o aventi cariche pubbliche di particolare importanza ed il clero.
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