SAN GIOVANNI - CASTELLO
CAMMINATA DALLA CHIESA DI SAN GIOVANNI AL CASTELLO LUNGO IL PERCORSO DELLA VIA JULIA AUGUSTA
(Maria Teresa Nasi)
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PUNTO DI PARTENZA
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Estratto foto aerea - GoogleEarth
Partiamo dalla Chiesa di San Giovanni Battista, la prima pieve di tutta la valle, di probabile origine paleocristiana e, quindi, anteriore al nucleo feudale del Castello. Sui resti della chiesa, verso il Millequattrocento o il Millecinquecento, sarebbe stato eretto l’attuale edificio religioso, attorno al quale nacquero varie leggende.
Accanto si trova l’Oratorio di Santa Caterina.

Attraversiamo il Ponte Romanico: un tempo era imbrigliato da antiestetiche tubazioni idriche, oggi è stato restaurato restituendo bellezza a uno dei monumenti simbolo di Andora.

Passiamo sotto il viadotto dell’autostrada e, proseguendo sul percorso della Via Julia Augusta, incontriamo la Fontana Medioevale, monumento ben conservato e “adottato”, anni fa, dagli alunni della Scuola Elementare di Andora Molino.
Attraverso la Torre Campanaria e di Difesa (in perfetto stato di conservazione) che mostra un affresco medievale dell'Annunciazione, arriviamo dalla Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo (Patroni di Andora). E’ una delle più importanti testimonianze romanico-gotiche della Liguria, risalente alla seconda metà del Milleduecento ed edificato dai Genovesi per consolidare il proprio dominio sui luoghi dopo averli ottenuti dai Clavesana.
La Chiesa si trova nella località denominata CASTELLO, un colle sul quale sono concentrate le più significative memorie monumentali di tutto il territorio: il "Paraxo", ossia il Palazzo (dimora della famiglia Clavesana prima e del Podestà di Genova poi), risalente circa al XII secolo, i resti della mura e di numerose abitazioni, l’Oratorio di San Nicolò.
Dal Castello è possibile osservare, con vista panoramica, il mare, tutto l'entroterra andorese, la località di Colla Micheri, il paese di Stellanello, fino alle Alpi Liguri.
“Lontano da qui ci capiterà forse di ammirare capolavori insuperabili, marmi e gemme splendenti, ma non potremo mai dimenticare l’incantesimo del Castello di Andora, le sue pietre dorate, il suo silenzio, e soprattutto la sottile sensazione di essere stati come prigionieri di uno spazio, dove gli unici veri abitanti sono dei vecchi ulivi e dove la vita, un certo giorno, allo scadere del medioevo si è di colpo cristallizzata nel rudere di una fortezza, in una fontana incantata, in una torre e in una meravigliosa chiesa.” (Carlo Leone Forti).
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PUNTO DI ARRIVO