VIA AURELIA E CURVA DELLE PATELLE
MODIFICHE ALLA VIA AURELIA E LA CURVA "DELLE PATELLE"
(Mario Vassallo)
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Sovrapposizione effettuata tra Mappa Catastale d'impianto e foto aerea GoogleEarth
Nel tratto di percorso della via Aurelia in prossimità dell'odierno Ristorante "Rocce di Pinamare", tra la corrispondenza del parcheggio sul Porto dello stesso e l'incrocio con Strada delle Patelle (dal porto in direzione Capo Mele), sono state effettuate nel tempo delle modifiche del sedime stradale, in modo da eliminare due insidiose serie di curve ravvicinate, al fine di agevolare uno scorrimento di traffico più sicuro ed uniformare le perimetrazioni delle proprietà limitrofe.
Il tratto oggi rappresentato da un rettilineo (dove negli anni scorsi fu installato un semaforo per la riduzione della velocità), davanti al complesso residenziale "Residenza di Costamarina", fino ai primi anni '70 presentava un assetto curvoso che rientrava nel versante collinare a monte dell'attuale tracciato della via Aurelia.
Tale "curvone" fu completamente eliminato, inglobandolo nel lotto pertinenziale di un complesso residenziale, come strada di accesso e parte della percorrenza interna allo stesso, andando a realizzare un tratto più regolare del tracciato viario.

Particolare stralcio foto aerea Regione Liguria
La curva "delle Patelle" era una denominazione di riferimento, che nella conoscenza popolare ha una dubbia provenienza.
Sebbene il versante a monte sia identificato con il toponimo di "fosso patelle", secondo una versione dipenderebbe dal fatto che la scarpata sotto la via Aurelia (anticamente Strada della Cornice) fosse a strapiombo sul mare, con costoni rocciosi, sui quali abbondassero colonie di "patelle", tipici molluschi di scoglio che popolano i nostri tratti costieri.
Secondo un'altra versione, invece, il nome dipenderebbe dal fatto che, giunti i tempi moderni ed il crescente ricorso all'uso degli autoveicoli, il curvone "delle Patelle" rappresentasse un'insidia per coloro che lo percorrevano, diventando un luogo di incidenti stradali, dove spesso i mezzi a motore finivano a lato della strada "parcheggiati" nel cunettone laterale.
Stessa sorte spettava a chi, munito di bicicletta, si lanciava nella discesa da Capo Mele e giunto in prossimità del curvone si trovava un tratto repentino e spesso con presenza di ghiaietto sul sedime stradale, il quale provocava inevitabili cadute.
Da questo susseguirsi di ripetuti "incidenti" si sarebbe creata la denominazione adottata: andando fuori strada o a sbattere, nel gergo locale "si prendeva una patella" (cioè un colpo o una caduta) e da qui "la curva delle patelle".
Nonostante l'eliminazione del tratto sulla via Aurelia, la denominazione fu comunque mantenuta dalla vicina tortuosa via che si inerpica con alcuni tornanti sulle pendici di Capo Mele: Strada delle Patelle.


Foto per gentile concessione Caterina Ferrando

Poco più verso il Porto, invece, esisteva una situazione analoga, ma accentuata dalla concomitante presenza di un incrocio laterale con Strada delle Catene, proprio in corrispondenza dell'accesso al parcheggio del Ristrorante "Rocce di Pinamare".

Foto per gentile concessione Roberto Bertulazzi
Aa destra, il vecchio "curvone a gomito" eliminato e sotto i veicoli, a sinistra, il pontino
In tale tratto si era in presenza di un vero e proprio "gomito" stradale, con curvatura piuttosto stretta, a metà della quale si innestava Strada delle Catene.
La modifica attuata ha permesso di eliminare tale tratto stradale, pur dovendo realizzare ugualmente una curva, ma di raggio maggiore e percorrenza decisamente più agevole, soprastante ad un pontino arcato, sotto cui scorre il ruscello proveniente dalla valletta di Pinamare e che confluisce al mare, dopo avere creato una cascatella nel giardino del ristorante.

Nella foto si nota l'intelaiatura in legno realizzata per lo studio progettuale dell'inserimento ambientale dell'intervento edificatorio che ha portato alla costruzione del complesso delle "Rocce di Pinamare" e conseguentemente alla nascita di Pinamare stessa.
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IL CAVALCAVIA
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Il progetto di variante a monte per l’eliminazione del passaggio a livello di Marina di Andora fu autorizzato dall'Azienda Autonoma Statale della Strada, sezione viabilità.
Prevedeva la realizzazione di un viadotto di 14 archi, 13 di mt. 6,90, e 1 di mt 13 di luce e fu redatto dall’Ing. V. Baruscotto ed approvato dall'Ing. Dirigente D. Mergoni il 29 dicembre 1940.





Con una variante, che risulterà poi quella definitiva, i lavori iniziarono il 25 luglio 1942 e vennero costruiti tutti i piloni esclusi gli ultimi due, quelli inerenti alla strada provinciale ed alla ferrovia.
Finita la Seconda Guerra Mondiale, ripresero i lavori che terminarono nel 1953.
Il progetto originale, che prevedeva anche l’allargamento del ponte sul torrente Merula, iniziava dalla progressiva 632+630 della strada Statale Aurelia e terminava alla progressiva 633+330.
Nel capitolato l'importo dei lavori ammontava presuntivamente a L. 3.300.000 ed il progetto era finanziato dal Ministero della Guerra.
Infatti, nelle fondazioni di tutti i piloni doveva essere inserito un tubo in cemento e amianto, idoneo a contenere una carica esplosiva, e quindi, in caso di necessità belliche, a farla brillare per distruggere il viadotto.
I lavori furono eseguiti dalla ditta Siniscalchi di Roma.