BORGATA FERRAIA - Andora nel tempo

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BORGATA FERRAIA

FERRAIA
(Sabrina Lunghi)
Estratto mappa impianto Nuovo Catasto Terreni - Agenzia delle Entrate
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La Ferraia (o Ferraira o Ferrara) è situata fra la frazione S. Giovanni e quella di Molino Nuovo, e risulta inglobata nel comprensorio della prima.
Un tempo apparteneva al quartiere di S. Andrea, e dipendeva dalla Prepositura di S. Giovanni Battista [60],
Non è citata dal Giardinello, ma se è giusta l’osservazione fatta a proposito del maixo de ferraria [61], a buon diritto si può ritenere questa frazione una delle più antiche della valle, sorta probabilmente laddove in origine vi era un manso.
L’abitato si snoda lungo la strada che prende il nome dalla frazione stessa, secondo un impianto di tipo direzionale [62] (…); strada che in direzione nord, attraverso un tortuoso percorso si immette nella comunale - ora asfaltata - che sale a Coma, mentre in senso opposto raggiungeva la località Gumbassu, nella frazione S. Giovanni (…). Collegava quindi la Ferrara con quello che rispettivamente era il suo riferimento amministrativo (Conna) e religioso (la chiesa di S. Giovanni Battista).
Mentre la religiosità quotidiana trovava rispondenza nella cappella dedicata a Nostra Signora del Carmine, m. 10 x m. 18 x m. 7 x m. 17 la cappella e m. 3,5 x m. 5 la sacrestia annessa, (…) (Fig. 40). La Anfosso osserva che “Carmu” significa “altura”, e la cappella, già importante oratorio sorge nel luogo del castello degli Alemanni [63]. La cappella rimane leggermente sopraelevata rispetto alla strada, e si presenta oggi con rivestimento ad intonaco ed altri interventi realizzati, probabilmente, fra ‘600 e ‘700.
Le case, concentrate sul versante orientale della strada, sono prevalentemente a due piani, e presentano tutte lo stesso tessuto murario: conci in pietra di varie dimensioni, sbozzati irregolarmente, alternati a qualche inserto in mattone e abbondanti ciottoli di fiume (Figg. 41-42).
Frequente è la presenza di archi, soprattutto in corrispondenza di passaggi che dalla strada immettono nei cortili interni (Fig. 43); in alcuni casi coronano le aperture minori e spesso sono inseriti nella muratura come archi di scarico (Fig. 44).
Le differenze fra l’insediamento attuale e quello documentato nel catasto napoleonico è minimo: solo una lieve espansione dell’abitato moderno si rileva all’inizio di esso, verso sud-est.
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60 V. Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo - Cap. IV p. 99.
61 V, Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo - Cap. III p. 52.
62 VARALDO 1985, p. 156.
63 ANFOSSO 1994, p. 142. Inoltre v. sopra Cap. II pp. 27-28.


Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.

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