CONTRONTI TRA PASSATO E PRESENTE - Andora nel tempo

Andora nel tempo
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CONTRONTI TRA PASSATO E PRESENTE

CAMBIAMENTI NEL TEMPO > TRA PRESENTE E PASSATO

CONFRONTI TRA PASSATO E PRESENTE
(Foto Roberto Bertulazzi e Collezione Privata Marino Vezzaro - Testi Mario Vassallo)

Siamo sulla via Aurelia, con alle spalle la palazzina con la ex Gelateria Morizio, davanti a noi abbiamo l’Hotel Garden e a destra l’attuale passeggiata a mare ed il porto (uffici portuali).
Il bianco e nero ci porta alla fine degli anni ’40 – inizio anni ’50 del Novecento.
1 – La zona del Villaggio Pineta è ancora bosco, che verrà sostituito gradualmente da edifici residenziali.
2 – Villa Martinetto si presenta nella sua versione già moderna, dove all’originario corpo di fabbrica rettangolare (parte più a Levante) è già stata aggiunta la porzione semicircolare più recente.
3 – Un tratto dell’antico muretto di delimitazione a monte della carreggiata stradale della Strada Nazionale Aurelia; la foto evidenzia il dislivello che esisteva tra il sedime stradale e i campi coltivati fiancheggianti; questo terreno, nella parte dove ci sono delle palme, diventerà un’area adibita a campeggio (Meerblick).
4 – Un pagliaio in riva al mare!! Sicuramente un elemento che da solo riflette il cambiamento radicale dei luoghi (una piccola curiosità: pure essendo il pagliaio un elemento piuttosto abituale nell’ambiente rurale e soprattutto nella prima metà del Novecento, compare in solo tre foto/cartoline panoramiche di Andora: una di Conna – anni ’30, una di questo periodo – a fianco a casa Marchiano/Roberto nella attuale via Rattalino e questa).
5 – Villa Fontana (esistente ancora oggi).
6 – Villa Garelli (esistente ancora oggi).
7 – I primi edifici in costruzione che daranno origine al Villaggio Pineta.
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Siamo sulla via Fontana, dopo il ponte sul Torrente Merula e dopo l’attuale bivio con la via Aurelia (nel tratto sul cavalcavia che si nota a colori sulla destra).
Il bianco e nero ci porta nella prima metà degli anni ’10 del Novecento (la foto è datata 1913).
1 – La zona collinare della Pigna è ancora prova di costruzioni e si nota come il versante collinare si presenti con una vegetazione poco boscosa., con alberature abbastanza rade;
2 – L’Albergo dei Poveri di Genova, chiamato anche Colonia Stefania Maglione, in quanto realizzato almeno in parte con contributi da parte del Marchese Giuseppe Maglioni e che fruì anche di importanti lasciti da parte dell’andorese Prospero Marchiano; a quest’ultimo, quale concittadino benemerito, per un periodo fu dedicata la piazzetta che poi diventò Piazza Santa Rita.
3 – Su questo gruppetto di persone, secondo alcune fonti si narra che la donna con l’ombrello bianco fosse Matilde Novaro (moglie del Marchese Giuseppe Maglioni) che tiene per mano la figlia Stefania; una curiosità è che esiste una foto d’epoca praticamente identica dove però sono state incomprensibilmente aggiunte una finestra all’Albergo dei Poveri di Genova ed una donna con ombrello completamente diverso, in primo piano a coprire completamente la figura della Marchesa (testimonianza che i fotomontaggi non sono una invenzione dei nostri tempi!!).
4 – Il gruppo di case con la vecchia proprietà Torrengo, dove saranno edificati l’Hotel Galleano ed il nuovo palazzo Torrengo.
5 – La Chiesa dei Canonici Regolari dell’Immacolata – odierna Biblioteca Comunale, non ancora nascosta dal cavalcavia (che sarà iniziato nel 1942 e completato dopo la Seconda Guerra Mondiale nel 1953).
6 – La Pensione Mondovì, che diventerà Pensione/Albergo Milano, successivamente Colonia I.N.A.M. ed infine l’attuale Caserma dei Carabinieri.
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Siamo sulla via Aurelia, spalle al mare e di fronte al Parco degli Aviatori.
Il bianco e nero ci porta all’inizio anni ’30 del Novecento (la foto è datata 1930).
1 – I luoghi furono un tempo sede della residenza del Marchese Marco Maglioni e alla sua morte l’intera proprietà divenne il Grand Hotel du Parc (dal 1920 al 1927); nel 1928 la proprietà fi acquistata dall’Istituto Orfani di guerra di Cuneo che la trasformò in colonia marina, operando dal 1929.
2 – Fabbricato della colonia marina che in precedenza fu il Grand Hotel di Parc.
3 – Il tempietto, ricordo dell’antica residenza del Marchese Marco Maglioni (da notare che sulla foto d’epoca non compare ancora Villa Laura - 6, che sarà realizzata un paio d’anni dopo).
4 – Condominio “Piccolo Parco” e Condominio “Case blu”, gli edifici che hanno sostituito le volumetrie derivanti dalla demolizione degli antichi fabbricati storici e la cui edificazione è stata per anni al centro di vicende giudiziarie (il Comune aveva tentato in ogni modo di bloccarne e ridurne la realizzazione), che alla fine hanno decretato le ragioni della proprietà privata, portando alla costruzione effettuata negli anni ’70.
5 – Si intravede (a colori) l’attuale parcheggio lungo la via Aurelia.
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Siamo sulla via Fontana, di fronte a Piazza Santa Caterina.
Il bianco e nero ci porta alla fine degli anni ’20 del Novecento (la foto è datata 1927).
1 – Albergo della Posta e poi Albergo Savoia, un fabbricato che è rimasto sino alla fine degli anni ’60 per lasciare il posto a moderne palazzine ed alla realizzazione id Piazza Santa Caterina, per lungo tempo conosciuta comunemente con il nome id piazza della Posta, in quanto vi si trovava affacciato l’Ufficio Postale.
2 – L’odierna via Capri, che un tempo era solo un sentiero che permetteva di raggiugere gli orti nella zona della foce del Rio Vignette, spesso erosi dalle mareggiate e poi convertiti in campeggi e spiagge.
3 – La recinzione dell’antica corte-giardino del fabbricato che, ampliato, oggi caratterizza la curva per svoltare da via Fontana a via Carminati.
4 – L’Albergo dei Poveri di Genova, chiamato anche Colonia Stefania Maglione, in quanto realizzato almeno in parte con contributi da parte del Marchese Giuseppe Maglioni.
5 e 6 – in questo dettaglio si evidenziano le differenze nel tempo anche sella sola recinzione di protezione ai binari del tratto ferroviario.
7 – Il casello ferroviario, che è praticamente rimasto inalterato nel tempo.
8 – Un accenno attuale di quella che fu “La Pigna”.
9 – L’antico fianco collinare di Rollo, con la brulla vegetazione antica e ancora privo dei numerosi interventi edificatori residenziali che lo hanno in gran parte coperto.
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Siamo sulla via Fontana, di fronte a Palazzo Tagliaferro.
Il bianco e nero, in questo caso ingiallito dal tempo, ci porta agli inizi del Novecento (la foto è datata 1909 e fu donata personalmente da Padre Raffaele Biehler a Marino Vezzaro):
1 e 2 – L’edificio, in allora chiamato Villa Tagliaferro, dall’inizio del Novecento fu la sede della Congregazione dei Canonici Lateranensi dell’Immacolata, alcuni dei quali sono in posa per il fotografo in vari punti, tra cui sul terrazzo a Ponente.
3 – L’attuale Condominio “Bella A”.
4 – Il fregio in facciata, “recuperato” con il restauro del 2010.
5 – L’antica balconata non più esistente.
6 – Non è ancora presente il corpo di fabbrica allungato che sarà anche utilizzato come refettorio per la Colonia di Milano e poi eliminato in tempi successivi.
7 – L’antico pozzo, utilizzato per l’irrigazione dei campi circostanti, che è stato mantenuto, sebbene, per motivi di sicurezza, in forma interrata.
8 – L’antica Chiesa dei Canonici Regolari dell’Immacolata, oggi Biblioteca Comunale, con una caratteristica tettoia laterale non più esistente.
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Siamo sulla via Aurelia, sotto la Villa Martinetto, poco a Levante rispetto all’ingresso del porto.
Il bianco e nero ci porta alla fine degli anni ’20 del Novecento (la foto è datata 1928).
1 – Muretto di protezione verso mare della Strada Nazionale Aurelia; tali tratti di muretti laterali avevano anche lo scopo di fornire un minimo di protezione aggiuntiva dalle onde marine che, nel caso di mareggiate, spesso arrivavano ad invadere il sedime stradale.
2 – Gli attuali uffici portuali (a colori).
3 – Il vecchio sedime stradale, sterrato e polveroso, come quello di tutte le altre “strade” dell’epoca.
4 – L’attuale passeggiata (a colori), dove non esisteva nemmeno spiaggia ed il mare lambiva direttamente il muro a protezione del percorso stradale; le spiagge cominciavano circa davanti all’attuale incrocio con via San Damiano, con una lingua stretta di ciottoli e proseguivano allargandosi verso la foce del Torrente Merula; nei pressi del Bastione di trovavano le barche dei pescatori ed oltre avevano sede i cantieri navali.
5 – Muro laterale a monte di protezione ai campi coltivati, ad un livello inferiore a quello del sedime stradale, per tentare di ostacolare gli allagamenti di acqua salmastra; questo tratto di muro sarà modificato durante i lavori di sistemazione ed ampliamento dell’Aurelia negli anni ’30 e successivamente ci saranno adattamenti progressivi ed in epoche diverse, che porteranno ad un innalzamento dei livelli dei terreni a monte, sino a portarli pressochè in piano come attualmente.
6 – L’Hotel Garden attuale (a colori), edificato negli anni ’60 e per un periodo attività ricettiva concomitante all’adiacente campeggio Meerblick.
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Siamo nei pressi del ponte medievale, lato Ponente.
Il bianco e nero ci porta all’inizio degli anni ‘30 del Novecento (la foto è datata 1934).
1 – L’unica colonna (a colori), di quattro anticamente presenti (4 – queste due colonne non esistono più), attualmente integralmente esistente, a cui viene associata un’origine romana, poiché secondo alcune fonti sarebbero state erette in prossimità di un crocevia di strade; in effetti in mezzo passava almeno una importante strada, la Julia Augusta (3) (in questo tratto ormai asfaltata), che scendeva dal borgo del Castello per proseguire verso il Passo Chiappa.
2 – Il tratto del Rio San Giovanni prima della confluenza nell’alveo del Torrente Merula.
5 – L’attuale proprietà confinante con l’ex tracciato della antica Julia Augusta (3).
6 – Il bianco e nero della foto antica ci illustra la visuale sul poggio del Castello con il panorama ancora privo del viadotto autostradale, che sarà realizzato verso la fine degli anni ’60.
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Siamo nei pressi del ponte medievale, lato Levante.
Il bianco e nero ci porta alla fine degli anni ’20 del Novecento (la foto è datata 1927).
7 e 8 – Il muretto che “arginava” il corso del Torrente Merula in prossimità del ponte; una struttura muraria simile, ma per un tratto più corto, era presente anche dal lato verso mare; secondo le testimonianze fotografiche datate, tale struttura muraria era ormai pressochè scomparsa all’epoca delle opere di arginatura iniziate negli anni ’50; ciò significa che potrebbero essere scomparsi a causa della forza idrica dovuta alle periodiche piene, ovvero gradualmente asportati per il riutilizzo del pietrame per altre opere di costruzione o contenimento dei terreni.
9 – Sull’estrema destra si notano le due colonne completamente scomparse.
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Siamo sulla via Fontana, appena oltrepassata l’odierna Caserma dei Carabinieri e rivolti verso l’ex passaggio a livello.
Il bianco e nero ci porta all’inizio degli anni ’20 del Novecento (la foto è datata 1921, ma con tutta probabilità è precedente).
1 e 2 – Gli edifici più antichi erano rappresentati dall’Albergo della Posta, dalla casa Casula e dietro l’Albergo dei Poveri di Genova o Colonia Stefania Maglione; i primi due verranno sostituiti da una serie di palazzine (a colori) tra fine anni ’60 ed inizio anni ’70, in un intervento edificatorio che darà origine alla realizzazione di Piazza Santa Caterina.
3 – L’ex casello ferroviario: è ormai passato un secolo, sono stati tolti i binari ferroviari e il limitrofo passaggio a livello, ma il fabbricato, pur rimodernato, è rimasto sempre sostanzialmente lo stesso.
4 – Altre case antiche della Pigna, che sono state sostituite da costruzioni più recenti e più grandi.
5 – La vecchia casa Torrengo che sarà sostituita con la realizzazione dell’Albergo Galleano (9 – a colori).
7 – L’ex “La Pigna” (a colori), trasformata in una palazzina di appartamenti residenziali.
8 – Il “nuovo” palazzo Torrengo, dove venne spostato il bar e la tabaccheria (negli anni ‘ 50).
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Siamo all’ingresso di Molino Nuovo, subito dopo la rotonda dal campo sportivo, sulla via Roma (6 sterrata e oggi via Molineri asfaltata).
Il bianco e nero ci porta all’inizio anni ’40 del Novecento (la foto è datata 1941).
1 – Il Palazzo Siccardi si presenta praticamente identico a com’è attualmente.
2 – La “nuova” Locanda/trattoria di Galleano accoglie non è ancora completamente ultimata, almeno nelle finiture in facciata e per quanto riguarda i serramenti.
3 – La “vecchia” Locanda/trattoria di Galleano non presenta più la scritta sulla parete che rappresentava l’insegna dell’attività svolta.
4 – La sede del Municipio andorese (oggi Ufficio Postale) prima che venisse trasportata nell’attuale via Cavour negli anni ’70;
5 – Non esiste ancora la struttura scolastica; al suo posto campi coltivati.
6 – Il vecchio sedime stradale sterrato che attraversava Molino Nuovo.
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Siamo sulla strada per Rollo, dalle parti della Chiesa dell’Immacolata (un tempo Cappellina di Rollo) e stiamo osservando la zona in corrispondenza alla foce del Torrente Merula. Aurelia, spalle al mare e di fronte al Parco degli Aviatori.
Il bianco e nero ci porta alla fine degli anni ’40 del Novecento (la foto è datata 1948):
- sono gli ultimi anni dei cantieri navali andoresi, che sorsero prima nella zona costiera a Levante della foce del Torrente Merula e successivamente si ampliarono a Ponente della stessa, ma contestualmente iniziò il loro veloce declino, sino alla cessazione totale dell’attività e la cessione di aree ed attrezzature alle colonie marine (I.N.A.M. e Salus).
1 – Non è ancora presente alcun intervento che possa dare segni del futuro porto e anche il litorale costiero roccioso a picco sul mare si presenta senza le modificazioni che subirà con l’avvento di Pinamare.
2 – Il complesso di fabbricati che appartengono alla Colonia di Asti (ex colonia fascista) e che saranno abbattuti negli anni ’90 dopo decenni di inutilizzo ed abbandono.
3 – L’ultima motonave realizzata nei cantieri andoresi di Levante è in fase di completamento.
4 - I capannoni dei cantieri navali di Ponente, che saranno trasformati in strutture per le colonie elioterapiche marine dell’I.N.A.M..
5 – Non è ancora presente l’edificio che darà origine al complesso “Ariston” e al campeggio “Mare e Sol”.
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Siamo sulla via Fontana, con alle spalle l’ex passaggio a livello e rivolti verso l’odierna Caserma dei Carabinieri.
Il bianco e nero ci porta alla prima metà degli anni ’50 del Novecento (la foto è datata 1955, ma con tutta probabilità è precedente).
1 e 2 – Le antiche case della Pigna, che sono state sostituite da costruzioni più recenti e più grandi.
3 – Dietro agli alberi la casa Casula, luogo di riferimento per negozio da barbiere di Marietto Casula; l’edificio originario verrà sostituito da una palazzina (a colori) tra fine anni ’60 ed inizio anni ’70, in un intervento edificatorio che darà origine alla realizzazione di Piazza Santa Caterina.
4 – L’attuale Albergo Galleano, realizzato in sostituzione della vecchia casa Torrengo e dietro il nuovo” palazzo Torrengo, dove venne spostato il bar e la tabaccheria (negli anni ‘ 50).
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Siamo sulla attuale via Carminati, nei pressi dell’incrocio con via Genova, con le spalle verso la vecchia Stazione ferroviaria e rivolti verso il mare.
Il bianco e nero ci porta ai primissimi anni ‘30 del Novecento (con tutta probabilità prima del 1932).
1 – E’ in corso di sopraelevazione l’edificio che ospiterà la Pensione Marilena e più recentemente e per tanti anni il negozio “Naby Foto”; scorrendo lungo la via e verso il mare, si notano le case ancora in parte non presenti o di minore altezza a quanto sarà successivamente consolidato; sullo sfondo non sarebbe ancora presente il “cavalcavia”.
2 – Il vecchio sedime sterrato della antica Strada della Stazione, che diventerà via Carminati.
3 – La ferrovia non è ancora elettrificata; l’elettrificazione avverrà per il tratto Savona – Ventimiglia nel periodo compreso tra il 1928 ed il 1939.
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Siamo sulla spiaggia, nel tratto antistante via Marco Polo e viale Roma, in corrispondenza del fabbricato Lucifredi (odierna sede di “Creuza de mä”) e rivolti verso il porto.
Il bianco e nero ci porta alla seconda metà degli ‘50 del Novecento.
1 – In prossimità delle palme sorgeva la “Locanda degli Amici”, un’attività storica andorese dal 1921, punto di riferimento locale, tramandata per generazioni all’interno della famiglia Giusto, sino alla attuale struttura alberghiera del “Residence Amici” (che si vede nella foto a colori); in confrontanza, si vedono le cabine dello “stabilimento balneare” che sarà ricordato come “Bagni Lino”.
2 – Il Bastione, prima della ristrutturazione che lo ha conservato sino ai giorni nostri.
3 – Il muraglione del complesso che fu l’Istituto Orfani di guerra della Provincia di Cuneo; la struttura muraria delimitava quello che fu in precedenza il parco del Grand Hotel du Parc e prima ancora della residenza del Marchese Marco Maglioni; contestualmente si nota la mancanza della attuale Passeggiata Quaglia, che sarà costruita negli anni ’80 del secolo scorso.
4 – Questo tratto di spiaggia fu per lungo tempo utilizzato come luogo di sosta per le imbarcazioni dei pescatori locali.
5 – L’allineamento degli attuali Molo Thor Heyerdahl (per tanti anni chiamato comunemente in ambito locale “molo del Tortuga”), davanti al porto sullo sfondo.
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Siamo sulla attuale via Carminati, nei pressi dell’incrocio con via Vaghi, con le spalle verso la vecchia Stazione ferroviaria e rivolti verso monte.
Il bianco e nero ci porta al 1949.
1 – Villa Stefania (odierna proprietà dell’Istituto Sacra Famiglia), antica residenza andorese del Marchese Giuseppe Maglioni ed intitolata alla propria unica figlia scomparsa in giovanissima età, è ancora incompleta trispetto alla sopraelevazione che la caratterizzerà in tempi più recenti.
2 – Le vecchie “case della Stazione”, un lungo caseggiato affacciato sulla ex Strada della Stazione, nelle immediate vicinanze della ex Stazione ferroviaria e di quello che era l’Albergo della Stazione (l’antica Stazione ferroviaria caratterizzava con la propria presenza la denominazione di tutto ciò che di riferisse agli immediati dintorni); questo fabbricato sarà demolito in tempi molto recenti per cedere il posto ad una delle tante palazzine multipiano.
3 – L’antico sedime stradale sterrato della vecchia Strada della Stazione, diventata via Carminati: nonostante la modernizzazione, l’asfaltatura, l’urbanizzazione ed il passare del tempo, questa strada è rimasta una delle poche ad avere ancora inalterate molte delle caratteristiche e dimensioni che l’hanno costituita fino dalle sue origini.

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Siamo sulla via Fontana, con alle spalle l’ex passaggio a livello e rivolti verso l’odierna Caserma dei Carabinieri.
Il colore antichizzato ci porta alla metà degli anni ’50 del Novecento.
1 – L’attuale Albergo Galleano, realizzato in sostituzione della vecchia casa Torrengo.
2 – Le antiche case della Pigna, con la “storica” pianta grassa, che si racconta fosse stata messa a dimora da un vecchio navigante originario di Rollo.
3 – La vecchia rampa di raccordo con il ponte sulla Strada Statale Aurelia.
4 – L’Albergo Milano, sempre riconoscibile nelle sue caratteristiche, ora e da alcuni anni diventato Caserma dei Carabinieri.
5 e 6 – La vecchia casa Casula (6) con il negozio da barbiere al piano terra, in contrapposizione con la nuova palazzina che l’ha sostituita tra fine anni ’60 ed inizio anni ’70 (5), in un intervento edificatorio che darà origine alla realizzazione di Piazza Santa Caterina; davanti alla vecchia casa, con la giacca bianca il barbiere Salvatore, papà di Marietto Casula.
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Siamo sulla via Aurelia, per l’occasione sule terrazzo di copertura dell’Hotel Garden, proprio davanti all’ingresso del porto e rivolti verso il centro andorese.
Il bianco e nero ci porta all’inizio degli anni ’60 del Novecento (più precisamente al 1961).
1 – A lato della Strada Statale Aurelia, verso mare, era presente una specie di controviale che fungeva da parcheggio e da “passeggiata lungomare”, il quale sarà completamente sostituito dalla passeggiata rialzata attuale, realizzata nei primi anni ’80 del secolo scorso.
2 – Le strutture di ombreggio in cannicciati appartenenti al Campeggio Meerblick; al suo posto saranno realizzati un parco pubblico ed un distributore di carburanti AGIP che sarà successivamente sostituito con un parcheggio pubblico.
3 – La vecchia Pensione Holiday, gestita dalla famiglia Galleano e successivamente trasformata in una palazzina residenziale.
4 – Sullo sfondo non compare ancora l’area di servizio autostradale e la galleria che saranno realizzati con la costruzione del tratto autostradale alla fine degli anni ’60 del Novecento.
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Siamo in piazza Santa Rita, con alle spalle il Bastione e rivolti verso monte.
Il bianco e nero ci porta all’inizio degli anni ’30 del Novecento.
1 – L’attuale Residence Amici sorge in una parte di spazio che ad inizio anni ’30 l’originaria Locanda degli Amici non occupava ancora.
2 – Il sedime stradale di piazza Santa Rita è ancora sterrato e all’epoca del bianco e nero la denominazione di tale superficie stradale era ben diversa; il tratto viario che andava ad incrociare la Strada Nazionale Aurelia apparteneva alla Strada Comunale del Bastione (o strada “du beùn, perché costeggiata per lungo tratto da un beudo), diventata odiernamente tratto di via san Lazzaro, ma nell’area tra il Bastione e le case della Borgata Marina era anche in uso il nome di piazza Prospero Marchiano (un antico benefattore per la comunità andorese), nome successivamente caduto in disuso e dopo ancora sostituito dalla denominazione di piazza Santa Rita.
3 – La vecchia costruzione che si affacciava sulla piazza dietro al Bastione, oggi Torrefazione Globus.
Sullo sfondo si notano i contrasti tra le vecchie case della Borgata Marina e come si presenta oggi la situazione a seguito delle ristrutturazioni effettuate soprattutto in periodi più recenti.
Nonostante tutto, qualcosa ricorda ancora il passato!!
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Siamo in via Carminati, in prossimità dell’incrocio con via Santa Lucia, rivolti verso monte e con davanti la vecchia Stazione ferroviaria.
Il bianco e nero ci porta all’anno 1905.
1 – In prossimità delle banchine dei binari ferroviari sono “posteggiati” i mezzi di trasporto dell’epoca, carri trainati da animali, in attesa di spedire le merci trasportate sui vagoni ferroviari.
2 – Il sedime stradale della Strada della Stazione (oggi via Carminati) è poco più di un sentiero sterrato ed ai lati, invece delle cunette, ci sono delle piccole scarpate di terriccio e vegetazione spontanea, intervallati da piccoli cumuli di materiale arido (pietrame, ghiaione) che viene sparso dai cantonieri qualora si formino pozzanghere che danneggino il transito; la recinzione è probabilmente ancora quella originaria ed i pilastrini sono intervallati da specie di steccati in legno, che successivamente verranno sostituiti da elementi cementizi che ne riprodurranno il disegno architettonico.
3 – La sovrapposizione pone in evidenza che nel 1905 non erano ancora state edificate le “case della Stazione”; infatti, la Strada della Stazione nasce dopo la realizzazione della Stazione ferroviaria stessa (inaugurata nel 1872) e si sviluppa a partire dalla Pigna (via Fontana e Albergo della Posta – oggi piazza Santa Caterina) verso monte, ma il tratto dalla Stazione verso San Giovanni ha origine decisamente successiva, a partire dalla seconda metà degli anni ’10 del Novecento.
4 – Ai lati della strada, oltre alle eventuali scarpate chele sagomavano il sedime, erano spesso presenti cataste di materiali, tipo legname.
5 – Il “Palazzo Ciccione”, praticamente il primo fabbricato multipiano residenziale (che oggi definiamo comunemente “condominio”) costruito sull’intero territorio comunale negli anni ’50 del secolo scorso e che fu anche sede della Caserma della Guardia di Finanza per un breve periodo.
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Siamo in via Fontana, appena passato il bivio con il cavalcavia sull’Aurelia ed imboccata la discesa, con alle spalle la Strada Statale Aurelia e rivolti verso il vecchio passaggio a livello.
Il bianco e nero ci porta all’anno 1963.
1 – Il mercato settimanale, nel breve periodo in cui si svolse in via Fontana – via Carminati – via Sardegna; l’anno successivo sarà spostato in via Vaghi e via Cavour.
2 – L’ex Pensione Mondovì, successivamente Albergo Torino e poi Albergo Milano è nel 1963 parte delle strutture di proprietà della Colonia I.N.A.M.; al piano terra per un periodo ci fu la sede del garage Garattini; in tempi più recenti l’edificio diventerà la sede della Caserma dei Carabinieri, quando quest’ultima sarà spostata dalla precedente sede in via Carminati, costruita nel 1939.
3 – Al fondo del tratto di via Fontana, oltre il casello, i binari ferroviari ed il passaggio a livello non è ancora stato costruito l’Albergo “La Pigna”.
4 – Il “Palazzo Torrengo” sta per essere ultimato con la realizzazione del piano attico.
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Siamo sulla spiaggia davanti a piazza Andrea Doria e via Caboto, con alle spalle il molo Thor Heyerdahl e rivolti verso Rollo.
Il bianco e nero ci porta all’anno 1930.
1 – La spiaggia è quella che appartenne in periodi diversi ai cantieri navali andoresi di inizio Novecento e successivamente all’area occupata dalla Colonia di Asti ed in parte ancora dal cantiere navale “Navital” negli ultimi periodi della propria esistenza.
2 – Il terrapieno costruito come opera di difesa del litorale costiero nella seconda metà inoltrata del Novecento, conosciuto localmente come il terrapieno dell’Ariston e sede del campeggio “Mare e Sol”.
3 – Esercitazione militare di tiro terra-mare da parte di batterie dell’esercito sotto le direttive del Partito Nazionale Fascista; queste esercitazioni si tennero sul litorale andorese, dopo quelle effettuate su quello alassino in occasione della preparazione alla Guerra di Libia.
Il tratto costiero interessato, con grande dispiegamento di forze, occupò l’area compresa tra la Colonia Astigiana e l’Albergo dei Poveri di Genova (Colonia Brignole), oltre l’alveo del Torrente Merula.
4 – Sulle pendici collinari di Rollo, tra l’altro piuttosto brulle, è presente solo vegetazione e non si immagina ancora lo sviluppo edificatorio che partirà un trentennio più tardi, portando alla realizzazione del Villaggio Aurora.
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Siamo in via Aurora, con alle spalle Rollo e rivolti verso il centro cittadino.
Il bianco e nero ci porta ai primissimi anni del Novecento.
1 – Il complesso di Villa Tagliaferro, all’epoca sede della congregazione dei Padri Canonici Regolari dell’Immacolata, con le prime costruzioni formanti la borgata della Pigna.
2 – L’Albergo dei Poveri di Genova o Colonia Brignole (ex Colonia Stefania Maglione, in quanto realizzata con contributo del Marchese Giuseppe Maglioni e da questi intitolata alla unica figlia scomparsa in giovanissima età); dietro, seminascosto, l’Albergo della Posta.
3 – Gli estesi campi coltivati che diventeranno nel secondo dopoguerra “coperti” da campeggi.
4 – Campi coltivati che diventeranno sede dei cantieri navali (poco prima della chiusura definitiva degli stessi) e successivamente aree e costruzioni delle Colonie milanesi.
5 – Sulla spiaggia, i fabbricati di quelle che saranno le strutture dei cantieri navali e successivamente la Colonia di Asti sono in costruzione; a monte della Strada Nazionale Aurelia si scorgono l’originario abitato della Marina, con la tenuta che fu del Marchese Marco Maglioni, in questo periodo sede del Grand Hotel du Parc e successivamente colonia marina dell’Istituto Orfani di Guerra di Cuneo, appena spostato sulla sinistra, lo scenografico acquedotto della Marina, presente ancora con tutte le sue arcate integre.
6 – La zona collinare di Levante non lascia minimamente pensare a ciò che vi succederà nei decenni successivi con l’espansione edilizia dal secondo dopoguerra.
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Siamo sulla spiaggia, nel tratto confrontante e compreso tra viale Roma e via Marco Polo, con alle spalle il fabbricato Lucifredi (sede di “Creuza de mä) e rivolti verso il porto.
Il bianco e nero ci porta alla metà degli anni ’30 del Novecento.
1 – Il piccolo molo che protegge l’uscita della “Dia”, un canale di scolo di riguardevole portata attivo per buona parte dell’anno, che raccoglieva le acque superficiali dei terreni irrigui nella piana andorese della zona oggi costituente una parte del centro cittadino; oggi la sua attività dipende dalla regimazione delle acque bianche e dalla raccolta di emersioni provenienti da pozzi agricoli non più utilizzati.
2 e 3 – Folla raccolta ad assistere ad un varo di uno scafo realizzato nei cantieri navali andoresi; il caso specifico si riferisce al cantiere navale di Viggio Giacomo, il quale aprì nel 1938 e chiuse nell’arco di un solo anno, dopo aver realizzato due barche per la pesca di tonni.
3 – Gli estesi campi coltivati che diventeranno nel secondo dopoguerra “coperti” da campeggi.
4 – La borgata della Marina, con la Locanda degli Amici, il Bastione e le caratteristiche case
5 – Tratto del vecchio tracciato della Strada Nazionale Aurelia, con l’originario profilo costiero.
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Siamo sulla spiaggia davanti al Bastione, nel tratto che diventerà utilizzato dai “Bagni Lino”, abbiamo alle spalle il fabbricato Lucifredi (sede di “Creuza de mä) e siamo rivolti verso il porto.
Il bianco e nero ci porta alla seconda metà degli ‘50 del Novecento.
1 – Questo tratto di spiaggia fu per lungo tempo utilizzato come luogo di sosta per le imbarcazioni dei pescatori locali.
2 – Il muraglione ed il portale di accesso dalla Strata Statale Aurelia al complesso che fu l’Istituto Orfani di guerra della Provincia di Cuneo; la struttura muraria delimitava quello che fu in precedenza il parco del Grand Hotel du Parc e prima ancora della residenza del Marchese Marco Maglioni; contestualmente si nota la mancanza della attuale Passeggiata Quaglia, che sarà costruita negli anni ’80 del secolo scorso.
3 – Prima della costruzione del porto, il litorale verso Levante era pressochè privo di spiaggia, tanto che la Strata Statale Aurelia era provvista di un muro di protezione che spesso veniva superato dalle onde della mareggiata, le quali riuscivano a “scavalcare” l’intero sedime stradale fino a raggiungere i campi coltivati a monte dello stesso.
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Siamo sulla spiaggia del litorale a Ponente del Torrente Merula, con alle spalle la zona delle Colonie e rivolti verso Rollo.
Il bianco e nero ci porta all’anno 1955.
1 – Questo tratto costiero andorese diede origine ai primi stabilimenti balneari ed alle grandi estensioni dei campeggi; i “Bagni Colombo” e poi i “Bagni Colombina” segnarono l’inizio di un’epoca che portava allo sviluppo ed alla rinascita conseguenti all’era dei conflitti mondiali; sul moscone è seduto Libero Risso, amata ed indimenticata “istituzione” della figura del bagnino andorese.
2 – La scarpata del sedime ferroviario compare senza la sottostante passeggiata/lungomare, che sarà realizzata in epoca successiva e molto recente, presentando ancora un tratto costiero “selvaggio”: poco più avanti (più a sinistra rispetto all’inquadratura della fotografia e corrispondente all’attuale rotonda con il chiosco “Delos”) il luogo sarà ricordato per la presenza di uno scoglio di grandi dimensioni e chiamato “scoglio quadrato”.
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Siamo via Andrea Doria, in prossimità dell’ingresso in piazza dell’Incontro, con alle spalle il Condominio Venere e rivolti verso il mare.
Il bianco e nero ci porta all’anno 1967.
1 – A destra dell’automobile parcheggiata con la portiera aperta (l’auto del fotografo??) ci sono ancora campi che derivano dalla zona paludosa chiamata “a sòtta”, mentre via Andrea Doria, visibilmente ancora sterrata ed in costruzione, nel tratto fino a via dei Mille, segna dal 1959 l’inizio dello sviluppo urbanistico ed edificatorio intensivo che creerà in pochi anni il centro cittadino andorese.
2 – Al fondo di via Andrea Doria, sul litorale costiero, si intravede l’insediamento delle strutture della Colonia di Asti.
Il sedime stradale è ancora sterrato e proprio su questa caratteristica emerge un aneddoto curioso che vale la pena ricordare.

Siamo verso la fine degli anni ’60 del secolo scorso: via Andrea Doria è pressochè ultimata, almeno nel tratto iniziale verso il mare, ed insediata con tutti i “nuovi” negozi.
L’affluenza turistica è in esponenziale aumento, ma il sedime stradale resta sterrato, polveroso e fangoso quando piove.
I negozianti si aspettano che l’Amministrazione Comunale, guidata dal Sindaco Momigliano, provveda a risolvere la situazione, completando la pavimentazione stradale con l’asfaltatura, che però tarda ad arrivare.
Sorge così il dubbio che le risorse, o meglio gli interessi, siamo più rivolti alla zona di Pinamare che è in corso di sviluppo.
Il tratto di via Andrea Doria tra l’Aurelia e via Clavesana sta diventando velocemente un nuovo centro di riferimento commerciale e tra le attività che vi si sono insediate c’è un po’ di tutto: bar-latteria, pescheria, tabaccaio, alimentari, ecc..
Quando piove, si formano le pozzanghere, una in particolare piuttosto difficilmente aggirabile e che dura per parecchio tempo dopo che ha smesso di piovere, con disagio regolarmente segnalato alle autorità ed altrettanto regolarmente disattesa ogni lagnanza.
Tra i commercianti presenti c’è Fernando (gestore del bar/latteria a fianco al tabaccaio “Gè” – Angelo Risso), noto per essere un burlone, il quale conosce attentamente le abitudini giornaliere e le frequentazioni del Sindaco.
Un bel giorno, dopo che era piovuto in abbondanza, circa all’ora in cui sapeva che il Sindaco sarebbe passato per quel tratto di via Andrea Doria, entra da “Gè” e si fa dare un sigaro, poi nella vicina pescheria, si fa prestare un grosso pesce.
Si accomoda sul marciapiede, attacca il pesce ad una canna da pesca, lo posiziona accuratamente al centro della grossa pozzanghera, imbocca il sigaro e si mette in attesa, con tutta la gente che passava e si fermava per vedere cosa sarebbe successo.
Tra le persone che si fermano ad osservare c’è anche un fotografo/giornalista (probabilmente chiamato appositamente per l’occasione?), il quale immortala la scena dopo l’arrivo del Sindaco Momigliano.
Si racconta che la foto sia stata pubblicata su un quotidiano locale, ma indipendentemente da ciò e forse solo per pura coincidenza, in breve tempo via Andrea Doria fu completata con l’asfaltatura e si risolse l’ormai annosa questione delle pozzanghere e dei disagi per commercianti e passanti.
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