CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA - Andora nel tempo

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CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

TESTIMONIANZE DAL PASSATO > ARCHITETTURE RELIGIOSE > LE CHIESE
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
(“Andora di un tempo” di Marino Vezzaro – “Questa nostra Andora” di Alma Anfosso – Maria Teresa Nasi – Mario Vassallo)
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Disegno di Adriano Lunghi - per gentile concessione Federica Lunghi





La Valle del Merula alla fine del XII secolo rientrava tra i possedimenti del monastero benedettino dell'Isola Gallinaria (di fronte ad Albenga).

La chiesa di San Giovanni Battista, fu costruita in prossimità dell’antico tracciato della Ligure Costiera, in origine ad una sola navata,
San Giovanni di Andora compare come collegiata indipendente nel 1216 (Archivio Comune di Albenga, perg. l9l-192), avendo ruolo di pieve dove si potevano amministrare i sacramenti.
Durante l’intervento di restauro effettuato nel secolo scorso, sono stati posti in evidenza l’impianto di caratteristiche medievali che si nota nel fianco sinistro e nella facciata principale.
La tipologia muraria può essere rapportata con quella degli edifici del Castello (Porta - torre, Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo).
Nonostante le diversità di maestranze esecutive intervenute, si tratta di struttura tardo duecentesca, la quale all’interno si articola in tre navate originariamente separate da pilastri in pietra.
Il completamento del campanile (decorato nel corso dell’età moderna) con cuspide a tronco di piramide è databile ad un periodo quattro-cinquecentesco.



Da questi, a ponente, si vedeva sgorgare l'acqua della sorgente del Bertagno, a levante la sorgente del Reggio, che incanalata nel fossato dei Confredi, alimentava il frantoio del “Casà”.
Tra i XV e XVI secolo viene ampliata la zona presbiteriale, dove si colloca il tabernacolo marmoreo (datato 1513).
La sacra Ancona, costruita davanti al coro, (dietro l'altare), riporta le immagini della Madonna tra San Giovanni Evangelista e San Giovanni Battista.
Nelle due ali, le cappelle erano otto, autonome, e tutte avevano il proprio curato.
Degli originari arredi restano solo alcuni Santi e parte di una cavalcata dei Vizi (1486-1501).
L’immagine principale era costituita da un trittico di Marco d’Oggiono e Battista da Vaprio (1503). ora alla Pinacoteca Ambrosiana a Milano.
Dal XVI al XVII secolo la chiesa assume l'ampiezza attuale. con un ulteriore innalzamento delle navate e la creazione delle cappelle in capo alle stesse, coperte da tiburio poligonale con cupola.
L’immagine del titolare sopra l’ingresso è a rilievo su ardesia.
Si acquista il pulpito in ardesia (1570) con ruvide figure del Crocifisso, San Giovanni Battista e San Giacomo Maggiore (titolo riferibile al vicino passaggio della strada), si dispone un fonte battesimale "di fino marmo e ben scolpito vaso" (Archivio della Curia Vescovile di Albenga, 'Sacro e vago Giardinello” - 1625-1652).
L’organo a nove registri, collocato sopra l’ingresso, venne costruito per volontà ed a spese dei parrocchiani ed inaugurato il 10 maggio 1625 dal Rev. Prevosto Antonio Berrobianco.
Degli altari laterali legati alle principali devozioni locali sopravvivono quelli del Rosario (statua lignea XVII secolo - Misteri e macchina d'altare in stucco), del Nome di Gesù, della Purificazione della Vergine e di Sant’Antonio da Padova.
Appare notevole il corredo di statue lignee (Crocifissi e casse processionali) databile tra XVII e XIX.
La Chiesa, nel 1628 non era ancora consacrata e lo fu in seguito, dopo essere stata ampliata.
Domenica 31 Luglio 1927, in occasione della festa di Sant’Anna, fu benedetto il nuovo orologio sul campanile.

A destra dell'ingresso si trova una lapide marmorea con inciso:

D.          O.          M.
GIO’ DOMENICO CONFREDI E VINCENZO
HA RENONCIATO ANCORA VIVENDO IN PERPETVV LA RENDITA
DEL PRATO DEL TRIOGLIO AD VN R. PRETE SACERDOTE SECOLARE
AMMOVIBILE CON GL’INFRASCRITTI OBLIGHI DA ADEMPIRSI
NELLA CHIESA DI S. GIO BATISTA PREVOSTVRA DI ANDORA
I DI CELEBRARE OGNI GIORNO DI PRECETTO DI S. CHIESA, CONPRESO
ANCORA LI GIORNI TUTTI DELLA SMA VERGINE, SEBBENE NON FVSSERO DI
PRECETTO, ALL’ALTARE MAGGIORE DI BUON MATTINO IL STO.
SACRIFICIO DELLA MESSA, E QVELLI DELLA SANTISSIMA VERGINE
ALL’ALTARE DEL SMO ROSARIO CON APPLICARLO PX L’ANIMA DI
D° GIOVAN DOMENICO, E SVOI PARENTI.
 
2 INSEGNARE TVTTE LE FESTE DI PRECETTOLA DOTTRINA
CHRISTIANA, E RECITARE VNA 3° PARTE DEL SANTOMO ROSARIO A CORO
ET OGNI SABBATO SERA, E TUTTI LI GIORNI DELLA SMA VERGINE
CANTAR LA SALVE REGINA CON LE LITANIE
 
3 OGNI SETTIMANA CELEBRARE ALL’ALTARE DEL S.° ROSARIO VNA
MESSA CON APPLICARLA PX L ANIMA, E REMISSIONE DE PECCATI DI D°
GIO’DOMENICO E SVOI PARENTI, ET ALTRO COME PIV DIFFVSAM.TE
APPARE DA PVBLICO INSTRVMENTO IN ATTI DEL NOTARO
MICHELE GATTO FATTO IN GENOVA IL GIORNO DE
24 SETTEMBRE 16(5)3

Alla fine del 1500 i confini della Parrocchia di San Giovanni Battista di Andora erano:
  • verso Laigueglia lo spartiacque della collina;
  • verso San Bartolomeo il fossato di Boscaneto (il fossato di Bossaneto che attualmente delimita anche i confini comunali);
  • per la parte a mare, verso Cervo, il muro che costeggiava la strada Romana, detto il «Costo della Morta».

Nel 1600 le otto cappellanie della Parrocchia erano:
  • la compagnia del SS. Sacramento; possedeva la terra detta il Prato Grande;
  • la compagnia del SS. Nome di Gesù; non aveva proprietà e viveva di elemosine;
  • la compagnia del Nome di Dio; possedeva la terra detta Castiglione, lascito di Paolo Gaggino fu Tommaso;
  • la compagnia del SS. Rosario; possedeva due Uliveti, uno detto Giairino lascito di Aliberto Francesco, l’altro detto del Beneo, lascito di Lorenzo Bernero;
  • la compagnia di San Tommaso d’Aquino; non aveva proprietà, viveva col reddito di alcuni lasciti in denaro;
  • la compagnia di San Nicolò di Tolentino; possedeva la terra chiamata Fenongìena, lascito di Caterina Pario;
  • la compagnia di Sant’Antonio; non aveva terra, viveva di un lascito in denaro di Giò Ardoino;
  • la compagnia di San Giacinto; possedeva la terra di Santa Caterina, la terra della Bissia, la terra detta Confredi, lasciti di Giò Batta Confredo.

La chiesa di San Giovanni Battista, nel 1600 aveva le seguenti proprietà:
  • la terra del Vaino;
  • la terra della Casa di Alassio;
  • la terra del Pian di San Luca;
  • la terra della Carroba;
  • la terra di Santa Catarina;
  • la terra della Zerbareto;
  • la terra del Rateto;
  • la terra del Baudo.

Gli Oratori erano:

Successivamente alla stesura del “Sacro e vago Giardinello” divenne Oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista:


APPUNTI STORICO-RELIGIOSI SCRITTI DA DON RAPHAEL BIEHLER
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Per informazioni scrivere a info@andoraneltempo.it
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