TRASFORMAZIONE DEL CENTRO CITTADINO - Andora nel tempo

Andora nel tempo
Andora nel tempo
iniziativa ideata e realizzata da MARIO VASSALLO
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TRASFORMAZIONE DEL CENTRO CITTADINO


TRASFORMAZIONE DEL CENTRO CITTADINO
(Mario Vassallo)

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Il tentativo di ricostruzione visuale è quello di provare a raffrontare la situazione di sviluppo “territoriale” di una parte di quella Andora:
la zona individuata dal perimetro costituito a Levante da Porto – via Clavesana – via Sant’Ambrogio – Mezzacqua – villaggio Cà Bianca – Noceto, a Nord tracciato ferroviario, a Ponente ex tracciato ferroviario ed a Sud il mare.

L’identificazione grafica è stata effettuata con un procedimento documentale piuttosto complesso e rigoroso, integrato con i ricordi e le memorie di chi ha vissuto quel tranquillo periodo, oltre a ricerche anagrafiche e catastali.
Purtroppo, essendo passato molto tempo dall’epoca esaminata, considerando la successione dei vari periodi e la complessità dell’idea da realizzare, alcuni ricordi erano molto sfumati ed a volte confusi e, quindi, si è fatto riferimento ad incroci di dati, apparendo giusto scusarsi per eventuali sviste o imprecisioni eventualmente commesse.
Sostanzialmente il criterio adottato nella ricostruzione grafica effettuata può essere riassunto come segue:
  • è stata ricostruita fedelmente la Mappa Catastale dell’epoca, per mezzo di varia documentazione cartografica basata su mappe catastali d'impianto, e mediante l’utilizzo di software di disegno - CAD;
  • sono state datate oltre tremila delle innumerevoli fotografie d'epoca a disposizione (oltre un migliaio), con riscontri incrociati su base documentale, trattandole digitalmente per l’individuazione di particolari caratterizzanti lo studio cronologico effettuato;
  • della zona presa in esame sono state individuate tutte le vie attuali, ricostruendone la costituzione e formazione delle stesse nei vari decenni; all'interno di tali tracciati stradali sono stati identificati tutti i fabbricati presenti, datandoli singolarmente in base al titolo autorizzativo e/o a documentazione con data certa catastale e/o immobiliare, definendone la cronologia della proprietà di appartenenza;
  • sono state reperite le datazioni di eventi amministrativi rilevanti tramite la consultazione degli archivi comunali (in particolare registri strade, Delibere di Consiglio Comunale e di Giunta Comunale dall'inizio del secolo scorso - Novecento ai giorni nostri), con conseguente restituzione in forma tabellare dei dati prelevati e da analizzare (opere pubbliche, toponomastica, espropri, donazioni al Comune, permute, convenzioni, atti di sottomissione, tipi di frazionamento);
  • sono state raccolte le testimonianze delle persone vissute nel periodo trattato;
  • sono state reperite e digitalizzate le mappe cartografiche e foto aeree dei vari periodi disponibili a disposizione presso i pubblici archivi / banche dati, nonché le foto satellitari;
  • sono stati analizzati e riscontrati i dati temporali e le descrizioni effettuate e rilevabili da tutti i testi consultati su Andora ed indicati in bibliografia;
  • sono state effettuate ricerche storiche catastali, immobiliari ed anagrafiche;
  • tutti tali dati raccolti sono stati messi a confronto ed incrociati graficamente ed analiticamente, originando la creazione in tabelle, le quali sono state successivamente convertite e trasformate e planimetrie grafiche con elementi colorati distintamente per decennio di appartenenza;
  • sono stati rilevati elementi edificati e porzioni di aree sul territorio con tecnologia GPS;
  • tutte le planimetrie, alcune foto aeree e satellitari (di periodi diversi) sono state georeferenziate su rilievo di base GPS, in modo da sovrapporle con identico sistema di riferimento e stesse coordinate note.
A questo punto i risultati ottenibili per sovrapposizione hanno una attendibilità molto alta, con margini di errore limitati ed assolutamente accettabili.

Conseguentemente a quanto descritto precedentemente, proviamo ad affrontare, le successive trasformazioni andoresi avvenute nel periodo intercorrente dalla base di partenza degli anni ’50 fino ai giorni nostri.
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Come si evidenzia dal precedente video introduttivo, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri la trasformazione territoriale, conseguente al forte impatto dell'espansionismo edilizio, ha cambiato completamente i connotati di quella che era la piana agricola, soprattutto nella zona limitrofa costiera, tramutando orti e frutteti nell'odierno centro cittadino.
Tale trasformazione è avvenuta praticamente nell'arco di settant'anni, principalmente in un periodo di circa 35 anni (fino a metà degli anni '80 del secolo scorso), lasciando il completamento dei piccoli fazzoletti di terra non ancora costruiti ai successivi ultimi decenni.

Lo studio effettuato ha permesso di tradurre graficamente la successiva crescita urbanistica, focalizzata per decenni.
Nell'immagine precedente viene effettuato il confronto per sovrapposizione tra la situazione esistente al secondo dopoguerra - inizio anni '50 del secolo scorso (in linee bianche), con la corrispondente situazione attuale (veduta aerea).
Nell'immagine sono riportate le denominazioni dei vari fabbricati, indicati con il colore derivante dal decennio di realizzazione sul territorio.
Nell'immagine precedente sono riportate le denominazioni dei vari fabbricati, indicati con il colore derivante dal decennio di realizzazione sul territorio.
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ANNI '40

ANNI '40
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Andora esce dalla Seconda Guerra Mondiale dopo avere trascorso le varie fasi belliche senza subire grandi danneggiamenti territoriali, grazie soprattutto al fatto che non possiede particolari obiettivi strategici e gli insediamenti abitati son molto sparsi all'interno del vasto territorio agricolo.




Unica attività di particolare interesse sono i cantieri navali - , ma non subiscono gravi danni, soprattutto grazie alla attenta gestione nel periodo bellico, durante il quale continuano ad operare, senza portare a compimento volutamente alcuno scafo.
Il cantiere, perché alla fine si tratta sempre dell’iniziale “NAVITAL”, nel tempo trasla di sedime sul litorale costiero, susseguendosi divisioni e successioni di diverse e parziali gestioni dello stesso.
Originariamente le imbarcazioni costruite sono velieri, ma con l’avvento delle modernizzazioni il campo di applicazione si rivolge alle motonavi, sempre con scafi in legno, in quanto la scarsa profondità del fondale marino antistante il litorale e la mancata possibilità di investimenti, fa desistere da una trasformazione mirata alle costruzioni metalliche, portando in conseguenza alla graduale dismissione degli impianti cantieristici che hanno caratterizzato un lato economico della prima metà del Novecento andorese.



Il paesaggio abitato è costituito dalle borgate e da edifici sparsi, pressochè isolati.
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  1. 1. Nella zona dell’attuale porto il litorale costiero è ancora nel suo profilo originario, senza le sagomature che lo deformeranno nei decenni successivi determinando l’avanzamento dell’arenile all’interno dello specchio acque marino. E’ presente Villa Martinetto - (in corrispondenza dell’incrocio tra Strada Nazionale Aurelia e Strada vicinale del Coscione – che diventerà via Clavesana), Villa Fontana - e Villa Garelli - , mentre la porzione collinare che diventerà il Villaggio Pineta - è ancora occupata in prevalenza da boschi.
  2. L’acquedotto della Marina - , che parte da un sorgente a monte di Villa Tebaldi - (già esistente) ed arriva nel complesso della Colonia degli Orfani di Guerra di Cuneo - , è già non più completamente integro, presentando tratti crollati.
  3. La borgata della Marina si presenta nella sua consistenza edificata, fatta in gran parte di case addossate le une alle altre, ricostruite a metà del ‘500 dagli abitanti locali, che ne ha determinato una costante omogeneità per lungo tempo; esistono ancora gli antichi edifici che furono parte della tenuta del Marchese Marco Maglioni e quello che resta del parco appartenente al Grand Hotel du Parc - , sebbene in buona parte già convertito in orti e frutteti; il Bastione - è già inglobato delle case che sono state realizzate addossate allo stesso, affacciato sulla Strada Nazionale Aurelia - che è sterrata e immediatamente confinante con il mare (da questo separata in alcuni tratti da un muro di protezione che viene facilmente superato dalle onde durante le mareggiate) ed in posizione limitrofa sorge la trattoria delle “Biunde” - (1921).
  4. Un tratto della Strada Comunale del Bastione (l’odierno tratto di via San Lazzaro) è costeggiato a ponente da un fosso “u beùn”, grazie a cui assume il nome gergale di “Strada du beùn”.
  5. La “Dia” - è un canale di scolo dei terreni che sa diventare una sorta di secondo torrente andorese, per l’impetuosità che raggiunge in certi casi, sfociando direttamente nel tratto di mare tra il Bastione e la Colonia di Asti - (un tempo sede iniziale delle strutture dei cantieri navali).
  6. Le case rurali tipiche della piana, che caratterizzano la zona centrale più verso mare, sono “Villa Rosetta” - (ex tenuta contadina dei Musso), le case Denegri - (“Cà du Bagnàu”) e la proprietà Anselmo “Lalìn” - .
  7. La “sotta”, una zona palustre in mezzo a campi coltivati, è quanto rimane di una precedente “cava” di argilla per la lavorazione del laterizio in una vicina fornace locale che operò tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in un’area oggi riconducibile tra via Rattalino, via Vespucci e via Dante Alighieri.
  8. La zona chiamata “Dal Castellante” è un agglomerato edificato a metà tra la Marina e la Pigna, a ridosso della Strada Nazionale Aurelia e fronteggiante il complesso della Colonia di Asti - (ex cantieri navali - ); di questo gruppo di edifici fa parte la Trattoria Cacciatori, “u Noru” - , punto di riferimento e di ristoro per chi attraversa Andora.
  9. Il complesso della Colonia di Asti, costituito da undici fabbricati, rappresenta l’insediamento trasformato degli antichi cantieri navali.
  10. La borgata della Pigna - è caratterizzata dall’antichissimo nucleo di Villa Tagliaferro - e dell’adiacente ex Chiesa dei Canonici Regolari Lateranensi - (edifici trasformati in Colonia di MilanoI.N.A.M. - ), oltre a poche case sparse e la palazzina ad uso ricettivo - che cambia più volte nome (Pensione Mondovì, Albergo Milano); sfoggia la caratteristica pianta grassa - storicamente impiantata da un navigante di Rollo al ritorno di uno dei suoi tanti viaggi per mare. In posizione limitrofa al tracciato stradale (via Fontana) che incrocia i binari ferroviari, sorge l’Albergo della Posta - (ex Albergo Savoia), antico punto di sosta e ristoro per i viaggiatori e le diligenze.
  11. La zona bassa della “Stazione”, affacciata sulla strada che diventerà via Carminati - , caratterizzata da edifici a schiera, addossati gli uni agli altri, comparsi a seguito della costruzione della linea ferroviaria dopo il 1870, è ancora in fase di espansione: vero cuore commerciale dell’antica cittadina.
  12. L’antico ponte “du previ” - o "di prevètti", che permette di attraversare comodamente un torrente Merula non ancora arginato e spesso capriccioso (sarà sostituito ed abbattuto ad inizio anni ’60 dopo la costruzione dell’adiacente ponte “Italia ’61).
  13. La zona della Stazione, con la caratteristica piazzetta su cui si affaccia da un lato la Stazione ferroviaria - e dall’altra l’Albergo della Stazione - .
  14. Il Seminario di Santa Matilde - , costruito insieme alla limitrofa e omonima chiesetta per volere e con la donazione del Marchese Giuseppe Maglioni a seguito della morte della propria moglie Matilde Novaro.
  15. Il “rione contadino”, formato da un gruppo di case tra le più antiche della piana ed alcune delle quali resisteranno, seppure modificate rispetto al loro aspetto originario alla trasformazione edilizia sino ai giorni nostri (Perato – Vigo – Degola) - .
  16. Edifici rurali di antica origine (da sinistra: Marchiano – “a cà de Teresina” - , Ravera o "Cà da Cruxèa" - , Vassallo o "Cà du Ciàn de Scàie" - , Ferrando); in particolare la Cà du Ciàn de Scàie, originariamente più piccola e ad un solo piano.
  17. La “Cà Giànca”, un edificio con pareti esternamente bianche, secondo alcune fonti tramandate per ricordi, bruciato in tempo di guerra (Prima Guerra Mondiale), anticamente probabile sede di un “convento” di monache legate all’Ordine del Priorato di San Martino, a lungo disabitato sino all’acquisto da parte della proprietà Piovano (Riccardo Piovano, piemontese - ex Bersagliere combattente a Vittorio Veneto); tale riferimento toponomastico ha caratterizzato la denominazione dell’intera zona collinare (per lungo tempo conosciuta come “Villaggio Cà Bianca - ), sebbene l’identificazione della Cà Bianca sia stata successivamente attribuita imprecisamente all’edificio di residenza della proprietà Rossi Umberto.
  18. La “Rocca di Mezzacqua” - , agglomerato edificato di antica origine, limitrofo alla Cappellina dell’Immacolata Concezione ed all’omonimo Rio Mezzacqua.
  19. Gli edifici rurali di antica origine divenuti nel linguaggio identificativo locale le “Case Canepa”.
  20. La “Torretta” o "Case Noceto" - , antico e particolare agglomerato edificato di cui non si conoscono informazioni certe in merito all’origine per la particolare conformazione con cui si presenta, sebbene le uniche tracce documentali rinvenute lo indicherebbero quale unico “gumbo” ottocentesco nella zona della Marina di Levante.
  21. La zona agricola della “Siberia”.
  22. Località San Lazzaro, con i resti dell’edificio dove in tempi antichi sorse l’Oratorio dei Santi Nazzario e Celso - , fiancheggiato da un tratto dell’antica via romana Ligure Costiera (luogo che tradizioni orali locali tramandate ricondurrebbero ad un “lazzaretto” ai tempi della peste, associandone e mischiandone l’assonanza storpiata della denominazione tra Nazzario e Lazzaro).
  23. Cà de Trentìn - (Trentino Bellenda) il contadino andorese “papà della Cipolla Belendina.
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ANNI '50

ANNI '50
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Gli anni '50 sono il periodo del risveglio, l'inizio dei timidi approcci turistici che aumentano di intensità con l'avvicinarsi al decennio successivo.
Prendono il via interventi, che oggi definiremmo di lottizzazione, sulle colline di Levante, nella zona Pineta e Orizzonte, dove in pochi anni si trasforma il bosco in veri e propri agglomerati edificati.




Viene eretta una nuova chiesa centrale (Cuore Immacolato di Maria) e si estendono le Colonie Marine (Albergo dei Poveri di Genova - , Istituto degli Orfani di Guerra di Cuneo - , Colonia di Asti - , Colonia di Milano - , e parecchie ulteriori richieste di apertura di altre simili strutture vengono rifiutate), oltre alla creazione di nuovi edifici lungo la ferrovia, in quella che diventa la Strada della Stazione.
Quest’ultima si va a completare con gli insediamenti della maggior parte delle botteghe andoresi del periodo, diventando il vero cuore commerciale della vita andorese: una sorta di lunga vetrina che si accompagna con la via Fontana, presentando l’offerta di tutto ciò che può essere fornito, venduto e acquistato fuori dall’autoproduzione dell’economia quotidiana.




In prossimità del litorale costiero, la prima grande palazzina residenziale fronte mare - che dà il via alla realizzazione di un sempre crescente numero di immobili in gran parte destinate a "case al mare", gettando le basi per la formazione di una nuova rete viaria: nasce così il Condominio “Riviera” o “Palazzo del Sole” e si forma via Andrea Doria e piazza Andrea Doria.




Nella località Pigna - viene ultimato il "cavalcavia" (i cui lavori di costruzione iniziarono formalmente negli anni '40 e furono a lungo sospesi durante il periodo bellico), che permette di modificare il tracciato originario della via Aurelia (abbandonando la percorrenza sulla via Fontana), superando l'attraversamento a "passaggio a livello" della sottostante linea ferroviaria.





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  1. Nella zona costiera a levante della piana, subito a monte della Strada Nazionale Aurelia, intorno a Villa Martinetto - prende forma l’edificazione che porterà allo sviluppo del “Villaggio Pineta” - .
  2. In adiacenza alla strada Nazionale Aurelia, prende forma l’edificazione di quello che sarà il complesso ricettivo Sant’Ambrogio - .
  3. Uno “stradellìn” (stradina interpoderale), che attraversa un tratto crollato dell'antico acquedotto della Marina, si svilupperà per collegare la zona del Coscione con la parte centrale della piana, dando origine a quella che diverrà via Clavesana; le arcate sul fianco verso monte rispetto alla porzione crollata saranno quelle che sopravviveranno ai decenni successivi e giungeranno sino ai giorni nostri - .
  4. Hanno origine le costruzioni sul tratto costiero verso mare rispetto alla Strada Nazionale Aurelia: si tratta della proprietà Lucifredi - (che per lungo tempo diventerà un unto di riferimento nella parlata locale) ed il complesso ricettivo del “Lido”, che diventerà conosciuto anche per essere uno dei punti di ritrovo dove si balla.
  5. Alla fine del decennio cominciano le costruzioni di palazzine multipiano fronte mare, dando il via all’edificazione intensiva che caratterizzerà la trasformazione e lo stravolgimento del territorio, da ambiente agricolo a centro cittadino; immediatamente a monte del tracciato viario dell’Aurelia, in prossimità di quella che diventerà la centrale via Andrea Doria, viene realizzato il Condominio “Riviera” o “Palazzo del Sole” - (noto per una decorazione sulle facciate, che rappresenta le sagome di due persone).
  6. Alla foce del Torrente Merula, sulla sponda di Levante, con la cessione di parte dei terreni che appartennero ai cantieri navali, prende vita il complesso “Ariston” - , che comprenderà edifici ricettivi, un distributore di carburanti e successivamente un’area campeggio ed un cinema (il "Cinema Rossini", quest’ultimo prevalentemente attivo nella stagione estiva).
  7. A Ponente della foce del Torrente Merula vengono realizzati dei capannoni - , trasformati in modo sapiente in edifici per l’utilizzo quali strutture di accoglienza e soggiorno elioterapico da parte della Colonia I.N.A.M. - .
  8. Nella zona della Pigna - , nelle vicinanze dell’attraversamento ferroviario di via Fontana, vengono edificati gli edifici che caratterizzeranno parte importante del cuore turistico – ricettivo – commerciale andorese: l’Albergo Galleano - ed il Bar Torrengo; poco più avanti verso le pendici di Capo Cervo, dove si incrociano il rio Vignette e la prosecuzione di via Fontana, sorge l’Hotel Trieste, sopra al quale la stessa proprietà svilupperà nel decennio successivo il “Villaggio Aurora”; dal punto di vista stradale avviene una importante trasformazione: nel decennio si completa la realizzazione del “Cavalcavia - , un nuovo tratto stradale sopraelevato della via Aurelia che permette al traffico veicolare crescente di passare esternamente al nucleo abitato della Pigna, evitando l’incrocio della via Fontana e della linea ferroviaria.
  9. Nella zona centrale della piana, i due nuclei contadini delle Case Denegri - e di Villa Rosetta - assistono alla trasformazione che avviene nelle vicinanze e che li “soffocherà” gradualmente: a monte prende forma l’ampliamento di quella che sarà via Rattalino (è ancora la Strada Comunale di Mezzacqua che unisce l’omonima borgata con la Stazione Ferroviaria, attraversando il Torrente Merula sopra al ponte “du prève” o “di prevètti”), mentre verso mare si gettano le basi per la creazione di via dei Mille - , alle spalle della nuova importante chiesa - in corso di costruzione e completamento.
  10. In quelli che erano campi coltivati, viene eretta la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, a ridosso di un’altra storica casa contadina – proprietà Anselmo - ("u Lalìn"), la quale trasla la propria dimora in un nuovo edificio poco lontano da quello di origine.
  11. Si forma il nucleo edificato limitrofo alla via Antica Romana, tratto che ricorda la via Ligure Costiera.
  12. 12. Sulla Strada della Stazione (odierna via Carminati), a monte della Stazione ferroviaria - , l’edificazione si estende in linea, mantenendo una tipologia di edifici isolati e contraddistinti da un numero di piani limitato rispetto all’edificazione intensiva che si espande dal mare verso l’interno della piana.
  13. Si estende quello che prende il nome di “Villaggio Cà Bianca” - , un insediamento sparso di tipo residenziale sul versante collinare del poggio di “San Damiano”, con il potenziamento stradale del tratto viario della “Strada di Noceto” che diventerà la via San Lazzaro odierna.
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ANNI '60

ANNI '60
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Gli anni '60 sono il decennio in cui vengono effettuati gli interventi che segnano la svolta per la progressiva e futura trasformazione.
Prosegue l'edificazione sui versanti collinari, ma ora anche a Ponente.
Avviene l'arginatura del Torrente Merula - - , creando danni e disagi periodici che colpiscono con prevalenza le proprietà contadine che si sviluppano lungo il corso dell’alveo; due piene ravvicinate condannano il ponte “di Stampino” o “di Nastasio”, il quale subisce lesioni talmente accentuate da condurre al definitivo abbattimento dello stesso.
Si gettano le basi per l'arrivo dell'Autostrada dei Fiori - , la cui realizzazione in ambito locale determinerà l’esproprio e l’abbattimento di alcune antiche dimore contadine locali e nasce il Porto - , la cui formazione beneficia della “discarica” delle enormi masse di materiale di scavo provenienti dalle grandi opere stradali e soprattutto autostradali attuate nel periodo sul territorio.
Tutto questo trasforma inizialmente l'ambiente ed avrà futuri importanti effetti anche sull'andamento economico e turistico andorese.


Lavori di realizzazione del tratto autostradale - Galleria di Marino



Arginamento del Torrente Merula



Costruzione del porto


Prosegue l'intensiva edificazione dal mare verso l'interno e si delineano le reti stradali che porteranno al tessuto cittadino definitivo odierno.
Resistono, nelle zone antistanti il litorale costiero, alcuni appezzamenti terrieri che sono convertiti "temporaneamente" in campeggi
- , oltre alle sempre attive Colonie marine.


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  1. Nella zona costiera di Levante viene realizzato una sorta di terrapieno sul mare - , a lato della Strada Statale Aurelia e iniziano i lavori di costruzione del porto - , il quale modificherà sostanzialmente il territorio costiero e l’impostazione economica della cittadina in pieno sviluppo; la sua realizzazione sfrutterà una condizione di “discarica” di materiale roccioso e di scavo proveniente da importanti opere pubbliche e stradali da parte della ditta Siniscalchi, nonché dai trafori autostradali; sul terrapieno suddetto, che diventerà l’imboccatura del futuro porto, sarà realizzato, con una struttura prefabbricata, un bar/ristorante gestito da Franco Raffignone e la struttura stessa, alla fine decennio, sarà spostata in zona più centrale, andando a definirsi nell’attività di ristorazione a noi nota come “Tortuga” - .
  2. Nella zona costiera più centrale viene modificato il tratto del litorale con la realizzazione di un altro terrapieno - , ma di dimensioni più ridotte rispetto a quello di Levante, gettando le basi per la creazione di un molo che, con lo spostamento dell’attività di ristorazione descritta in precedenza e conseguente creazione del Ristorante Tortuga, diventerà un punto di riferimento localmente noto con la denominazione di “Molo del Tortuga” - .
  3. Nella zona costiera di Ponente l’antico Albergo della Posta o Albergo Savoia - , un tempo punto di ristoro e di cambio dei cavalli per le diligenze, cede il passo all’evoluzione dei tempi ed al suo posto vengono realizzati altri moderni edifici residenziali ed una piazza (che per alcuni decenni sarà localmente un punto di riferimento nota come “Piazza della Posta” - , anche se ufficialmente denominata Piazza Santa Caterina); tale zona sarà completata anche dalla realizzazione di strutture ricettive/alberghiere - .
  4. A monte del “nuovo” cavalcavia - , resiste Villa Tagliaferro - ed il complesso dei suoi fabbricati annessi, ma prende forma un’altra importante trasformazione: comincia una lottizzazione generata dall’estro progettuale dell’Architetto Hutter (il progettista ed ideatore di Pinamare, con il complesso ricettivo balneare di Rocce di Pinamare - , il Condominio San Martino, il nucleo residenziale – Residenza di Costamarina - , Villa Tealdo ed un centro commerciale che non sarà mai realizzato), il quale studia un complesso edificato circolare a contorno di Villa Tagliaferro (prevedendo la demolizione di tutti gli altri edifici preesistenti, inclusa la ex Chiesa dei Canonici Regolari Lateranensi - ), formato da palazzine di sei piani e dotate di un piano negozi sopraelevato (posizionato al primo piano) da un colonnato rispetto al piano viario sottostante ed avente accesso dallo stesso livello del cavalcavia – via Aurelia; tale piano negozi sarebbe collegato altimetricamente al livello strada inferiore da ampie e articolate scalinate a gradoni.
  5. Prendono forma le vie del centro e crescono a ritmo incalzante enormi palazzine di cinque – sei piani, facendo scomparire in modo rapido quella che era l’estesa zona centrale coltivata della piana verso mare; tra le altre si vanno a formare viale Roma, via dei Mille - , via Clavesana, via Cristoforo Colombo e via Andrea Doria.
  6. Con altre lottizzazioni a monte della borgata della Marina si vanno a “potenziare” e formare via San Damiano, via Clavesana, via Cristoforo Colombo, via Marco Polo e via San Lazzaro.
  7. Quello che era l’intervento edificatorio in villini, appartenente al Villaggio Pineta - , si allarga in forma più intensiva con edilizia principalmente in verticale (palazzine) ai piedi della collina, andandosi a raccordare con l’intenso sviluppo edificatorio proveniente dal centro cittadino in corso di espansione; prendono forma viale Mazzini e via Sant’Ambrogio e l’antica zona del Coscione e sempre più solo un ricordo; viene abbattuto su lunghi tratti lo scenografico acquedotto della Marina - , per “fare e dare spazio” ad interventi residenziali intensivi; ne rimangono solo due tratti: il primo a monte di via Clavesana, all’interno di un terreno coltivato ed il secondo - , un paio di arcate addossate ad antichi edifici già facenti parte del complesso dell’Istituto Orfani di Guerra di Cuneo - .
  8. Cresce anche il “Villaggio Cà Bianca” - che rimane nella parte bassa legato ancora alle attività contadine residenti, mentre salendo per la collina prende la consistenza di vero e proprio insediamento turistico – residenziale.
  9. Prende forma la zona di edificazione in Località San Bernardino, la parte alta di Noceto.
  10. Il vecchio “Ponte du prève” - o "di Prevètti" viene sostituito dal più moderno ponte “Italia ‘61” - (chiamato così sia per l’anno in cui viene realizzato, ma principalmente per celebrare il centenario dell’Unità d’Italia), decretando la definizione di un collegamento stradale importante parallelo alla Statale Aurelia e più interno a quest’ultima, mediante la definitiva realizzazione di via Cristoforo Colombo e via Vaghi che va a collegarsi diretta alla piazza della Stazione; nel decennio avviene anche l’arginatura del Torrente Merula - - , ponendo le protezioni necessarie ad evitare per periodiche e/o casuali esondazioni che allagavano tutti i terreni limitrofi.
  11. L’originario storico “Albergo della Stazione” - , meta di ristoro e di passaggio di tanti viaggiatori e punto di riferimento locale, cede il passo ai tempi di sviluppo edilizio, venendo sostituito da una delle tante più moderne ed anonime palazzine residenziali multipiano.
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ANNI '70

ANNI '70
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Gli anni '70 sono forse il decennio di edificazione più intenso e speculativo.
Si costruisce pressochè ovunque ed in modo rapido, solitamente fabbricati di grandi dimensioni e con un numero elevato di piani.
Andora si trasforma in una cittadina di seconde case, cercando di fare propendere buona parte dell'economia locale su interessi legati all'intensificazione del turismo di massa, perdendo l’attenzione e sottovalutando il processo di “espropriazione” di Andora agli andoresi.
Scompare una serie di fabbricati che hanno segnato epoche diverse: il complesso della "Colonia di Cuneo", derivante dallo storico "Grand Hotel di Parc" e prima ancora tenuta del Marchese Marco Maglioni.




Anche in questo caso il passato cede alla modernizzazione che avanza.
Dopo quasi un decennio tra studio, progettazione ed acquisizione dei lotti terrieri, si potenzia e razionalizza la sistemazione scolastica sul territorio, con la realizzazione di nuovi, moderni ed attrezzati edifici scolastici.




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  1. Proseguono i lavori di realizzazione del porto, fino al raggiungimento della nota forma a “L” - , con la cordonatura esterna di “ometti” (tetrapodi) - , il molo “di Pinamare” - alla sua imboccatura ed all’interno tre semplici pontili di attracco realizzati in tubi metallici e tavolame (due) e tavolame su blocchi di calcestruzzo (uno).
  2. Si integrano anche opere di ampliamento del cosiddetto “molo del Tortuga” - .
  3. Nella zona di Levante, in prossimità del porto, la costruzione di nuove palazzine residenziali sostituisce le aree in parte coltivate ed in parte già trasformate a campeggio nel decennio precedente.
  4. Nella zona centrale l’espansione edilizia si estende con grande intensità ed a ritmo vertiginoso; nella parte più verso mare scompaiono i campi coltivati, a parte qualche piccolo “fazzoletto” (di solito “un ricordo del passato contadino”) che si riservano per uso personale gli originari proprietari terrieri a seguito delle cessioni per le lottizzazioni; si va a delineare il completamento della viabilità stradale cittadina, con l’istituzione di una rete sempre più fitta di vie, alcune delle quali assegnate in modo troppo frettoloso e sulla carta, si riveleranno dimenticate e mai di fatto realizzate.
  5. L’espansione edilizia procede inglobando la “Rocca di Mezzacqua” - nell’ormai centro cittadino.
  6. Si completa l’edificazione anche negli ex terreni coltivati della località Simunin - , nella zona della “Pigna”, dove un tempo i contadini lottavano con gli avanzamenti del fronte marino, che spesso invadeva terreni fertili sabbiosi, destinati a varie coltivazioni, ma sostanzialmente privi di protezioni dalla potenza delle mareggiate.
  7. L’espansione edilizia avanza anche ai lati di via Carminati, verso l’interno e gradualmente la località Stazione si troverà unita alla località Garibbo.
  8. In località Stazione vengono realizzate le “Scuole Nuove” - , l’edificio scolastico che costituisce il plesso principale di scuole (elementari e medie) dell’intero Comune.
  9. Prende forma la nuova “Piazza del mercato” - e così il mercato settimanale, che ha subito negli ultimi decenni una sorta di pellegrinaggio in varie sistemazioni - , tra cui Piazza della Stazione – via Carminati (Strada della Stazione) – via Fontana – via Vaghi – via Cavour, trova la sua nuova e per il momento definitiva sede.
  10. Viene realizzato l’edificio che diventerà la sede della Croce Bianca e A.V.I.S. andoresi - , con lo spostamento dalla sistemazione precedente presso locali del Condominio Residenza San Damiano (“le Colonnine”) in viale Mazzini.
  11. La Chiesa centrale, Cuore Immacolato di Maria, si amplia dotandosi dell’annesso nuovo edificio destinato a Salone Parrocchiale - .
  12. Scompare definitivamente il complesso edificato, un tempo appartenuto al Marchese Marco Maglioni - - , successivamente trasformato in Grand Hotel du Parc - e dopo ancora in Colonia dell’Istituto degli Orfani di Guerra di Cuneo - , lasciando il passo a tre palazzine ed una piazza, dove continua ad affacciarsi il “Tempietto” - adiacente a Villa Laura - , a testimonianza di un fiorente e glorioso passato.
  13. Con la definizione di via Marco Polo, nascono gli edifici destinati all’edilizia economica – popolare; le “Case Popolari” diventeranno presto un nuovo punto di riferimento locale, anche grazie ai limitrofi spazi destinati ad attività sportive - .
  14. Viene costruita la nuova Casa Comunale - e, conseguentemente, la sede comunale viene trasferita dal Municipio di Molino Nuovo - all’edificio in via Cavour.
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ANNI '80

ANNI '80
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Gli anni '80 sono il decennio che stabilizza quanto avvenuto nei due decenni precedenti e nell'intero dopoguerra.
L'edificazione intensiva ed estensiva si sposta gradualmente verso l'interno, con ritmi ancora piuttosto sostenuti.
Prende corpo il polo sportivo cittadino.




La rete stradale di consolida, formando in via definitiva la sistemazione viaria attuale.
Fanno le loro ultime apparizioni gli spettacoli ambulanti del "Circo", attrazione soprattutto per i bambini, che accorrevano attratti da poter vedere da vicino (e magari accarezzare durante gli addestramenti giornalieri) qualche animale esotico che veniva ospitato; le sedi per tali "impianti" erano alternate e concesse principalmente in funzione della dimensione del tendone e delle attrezzature al seguito e trovavano ubicazione nella piazza del Mercato, nell'area sulla via Vespucci (odierna area Luna Park) e più raramente nell'area di parcheggio del Campo Sportivo "Gaetano Scirea" di Molino Nuovo, in prossimità del ponte sul Torrente Merula.
L'arrivo del "Circo" rappresentava per i bambini dell'epoca un'occasione speciale che trovava sfogo nei "pensierini" di compito a casa e spesso diventava una eccezionale passeggiata scolastica a sorpresa per visitarlo o osservarlo da vicino.
La graduale scomparsa delle installazioni circensi porta nel periodo estivo all'arrivo del Luna Park, che diventerà un'attrazione fissa per tutti le estati successive e fino ad oggi.
Nella seconda metà del decennio, sempre nel periodo estivo, giunge l'installazione temporanea, che si ripeterà anche negli anni seguenti, con la tensostruttura della "Libreria del Mare", la quale trova la propria sede tra i giardini di quello che viene chiamato "Parco Cuneo" o "Giardini della Colonia di Cuneo".

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  1. Prosegue lo sviluppo realizzativo del porto - , che rappresenta una grande potenzialità economica e turistica, permettendo una trasformazione che porterà nel tempo una positiva capitalizzazione degli sforzi e degli investimenti sostenuti; si trasformano e aumentano i pontili di ormeggio ed attracco, moltiplicando i posti barca disponibili e contestualmente di gettano le basi per l'espansione delle opere a terra.
  2. Il “molo del Tortuga” viene ampliato con il prolungamento dello stesso e la creazione della caratteristica “rotonda” nella sua parte terminale - e viene completata la realizzazione su lungomare della passeggiata rialzata rispetto al sedime della via Aurelia.
  3. In prossimità della foce del Torrente Merula sono attuate altre importanti opere di protezione del litorale costiero, con la creazione di un terrapieno a protezione degli edifici presenti - ; tali opere, almeno per un periodo, verranno sfruttate come area di campeggio - direttamente sulla costa marina.
  4. Nel pieno centro cittadino, direttamente affacciato sulla via Marco Polo, viene realizzato il “Bocciodromo comunale” - .
  5. Poco più nell’interno, sempre affacciato su via Marco Polo viene sviluppato quello che diventerà successivamente un vero e proprio polo sportivo, con la costruzione di un “Palazzetto dello Sport” - ed un campo da calcio in terra battuta - .
  6. In via Piana del Merula viene realizzato l’edificio destinato ad ospitare le Scuole Materne - e gli uffici della Direzione Didattica.
  7. Con una lottizzazione piuttosto estesa si va a completare l’edificazione sugli ultimi grandi lotti coltivati prima del tracciato ferroviario, con la definizione del perimetro verso monte di quello che può sostanzialmente essere considerato il centro cittadino.
  8. In adiacenza al complesso del Seminario di Santa Matilde - viene costruita in stile moderno la nuova Chiesa Vergine dell’Accoglienza - , che diventerà Parrocchiale sostituendo in tale titolo la precedente ed originaria Chiesetta di Santa Matilde, che sarà mantenuta, ma con minore utilizzo rispetto al passato.
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ANNI '90

ANNI '90
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Negli anni '90 si consolida il tessuto urbanistico edificato con limitati interventi nel centro cittadino, anche perchè si è già costruito pressochè ovunque fosse stato possibile.
Viene fatto un importante intervento sul litorale costiero:

  • si sistema la zona di Ponente;
  • si amplia e potenzia in modo sostanziale il porto;
  • scompaiono il complesso che fu Colonia di Asti - (in precedenza sede di cantieri navali) per fare posto a nuovi spazi verdi e spiagge e dell'Albergo dei Poveri di Genova - per la costruzione di altre palazzine.


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  1. In nuovo decennio segna una importante trasformazione del porto - , che si espande, quasi raddoppiando la sua estensione e diventando sempre più un simbolo ed un punto essenziale di riferimento della nuova Andora.
  2. Anche il “molo del Tortuga” - subisce dei cambiamenti che ne trasformano gradualmente la struttura in ottica dell’attuale consistenza.
  3. Sul litorale di Ponente si attuano modifiche con la realizzazione del tratto di “nuova” passeggiata mare.
  4. In via San Damiano, nel terreno che verrà affettuosamente ricordato come la “campàgna de Trentìn” - “regno della "Cipolla Belendina - , viene attuata una lottizzazione che apporta nuove palazzine residenziali di altezza decisamente inferiore alle altre circostanti.
  5. Tale intervento edificatorio consente di consolidare mantenendo e recuperando le tre superstiti arcate - dell’antico acquedotto della Marina.
  6. La Chiesa centrale del Cuore Immacolato di Maria viene dotata del suo nuovo e moderno campanile - .
  7. In pieno centro cittadino, tra la via dei Mille e via Andrea Doria, seguendo l’inesorabile destino che nei decenni precedenti ha “travolto” tante altre simili realtà contadine originarie, tra cui la vicina “Villa Rosetta” - , scompare il complesso rurale delle “Case Denegri” o “Cà du Bagnàu” - , venendo sostituito dal nuovo Condominio “Urano” - .
  8. Stessa sorte per la proprietà Crivelli - , in via Santa Lucia, nell’appezzamento un tempo rurale tra l’edificio scolastico (a monte) e la Piazza del mercato (verso mare).
  9. In via Sant’Angela, l’originario campo da calcio “delle Case Popolari” - , che aveva accolto ed accompagnato nella crescita tanti ragazzi, ma anche permesso il divertimento di generazioni più “grandi”, viene sostituito da un velodromo all’aperto - , con una decisa minore influenza e fortuna rispetto alla precedente spartana struttura sportiva.
  10. Nella parte a monte del centro cittadino, in prossimità del percorso ferroviario, viene completata la realizzazione di via Europa Unita e con essa realizzato l’omonimo ponte - , con scelte progettuali discutibili, che si riveleranno inadeguate.
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ANNI 2000

ANNI 2000
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Negli anni 2000 nel centro cittadino non ci sono grandi trasformazioni, tranne alcuni isolati e puntuali interventi di edificazione (talvolta in sostituzione di precedenti edifici).
Sicuramente, il più importante intervento è il recupero di Palazzo Tagliaferro e delle aree della ex Colonia di Milano, edifici storici che diventano polo culturale con Museo di Storia Naturale intitolato a Luciano Dabroi e Biblioteca comunale.




L'edificazione intensiva, slittata nel corso dei decenni con direzione dal mare verso l'interno della vallata, si sfoga presso la borgata di Molino Nuovo, dove si assiste ad una trasformazione radicale dell'abitato con la creazione di una sorta di secondo centro cittadino.





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  1. Tra i limitati interventi edificatori di questo decennio (nella zona litoranea centrale), si pone in evidenza una trasformazione edilizia prospiciente la via Aurelia, il cosiddetto “Palazzo azzurro” - : un intervento edilizio come altri in passato, contemporanei ed anche futuri, ma che tanto farà discutere.
  2. Un “campo da tennis” privato viene trasformato in palazzina commerciale, dove troverà sede un centro sanitario polifunzionale.
  3. Su via Carminati scompare un altro pezzo dell’antica Andora, una parte di quelle che erano le “cà da Stassiùn” - , per essere sostituito da un’ennesima nuova palazzina residenziale multipiano.
  4. In pieno centro cittadino, in via dei Mille, subito dietro la Chiesa Cuore Immacolato di Maria, nell’idea architettonica di voler creare una continuità tra i porticati presenti, viene realizzato un edificio commerciale che attirerà molta attenzione per l’insediamento di nuove attività e/o per il trasferimento di altre già esistenti in diversa sede.
  5. Via Carminati - , uno dei centri del cuore commerciale della “vecchia Andora”, un po’ alla volta perde i suoi negozi, dei quali resisterà “eroicamente” lo storico “Calzature Risso” - .
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OGGI

OGGI
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Nel secondo decennio del nuovo secolo si assiste all'impegno a liberare il litorale dal degrado in cui versa la zona un tempo interessata dal complesso Ariston - e relativo campeggio.
Le nuove edificazioni sono sempre interventi piuttosto localizzati e si consolida quanto fatto nei decenni precedenti.
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  1. L'area ex Complesso Ariston, in attesa di essere riqualificata dal punto di vista urbanistico - ambientale.
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