CARABINIERI PRIGIONI PRETURA MUNICIPIO
CAMBIAMENTI NEL TEMPO > SVILUPPO URBANISTICO
CASERMA DEI CARABINIERI, PRIGIONI, PRETURA E MUNICIPIO
(Mario Vassallo)
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Spesso, nelle narrazioni di fatti tramandati in base a testimonianze, talvolta presunte e/o per come ricordate o interpretate, si incontrano “posizionamenti” temporali e territoriali approssimativi di alcune istituzioni che hanno fatto parte dell’assetto e gestione amministrativa e giudiziaria andorese nei secoli passati.
Alcuni testi pubblicati riportano incongruenze che provo a chiarire.Occorre fare una premessa.
Indipendentemente dai sostenuti campanilismi che spesso si affacciano nelle interpretazioni soggettive, poi inculcate su più ampia scala, Andora era formata da borgate edificate, sparse e di estensione variamente ridotta.
Dal punto di vista dei poteri amministrativi, quella di Castello era la più determinante dai conosciuti tempi medievali, essendo la sede di residenza della Famiglia Clavesana, ovvero la dinastia marchionale locale.
Molte altre borgate antiche sono testimoniabili nel periodo Quattrocento – Cinquecento, mentre alcune appaiono come “meteore”, nate e scomparse/abbandonate nel giro di meno di un secolo e principalmente nell’Ottocento.
A metà del Cinquecento si assiste alla distruzione del borgo della Marina da parte degli attacchi pirateschi dal mare, a cui segue la ricostruzione dell’edificato da parte degli abitanti locali; tale borgata resta per secoli l’indiscusso unico insediamento litoraneo costiero.
Intorno al 1870, con l’arrivo della ferrovia, si va ad originare e progressivamente ad estendere la Pigna, lungo lo sviluppo stradale della Strada della Cornice (che diventerà la Strada Nazionale Aurelia) e di un neonato sentiero che darà origine alla Strada della Stazione.
Nello stesso identico periodo, con il completamento del Palazzo Siccardi, nel giro di pochi anni prende forma Molino Nuovo, la borgata antica più giovane di Andora, che diventerà rapidamente una sorta di nuovo centro cittadino da tale periodo fino al secondo Dopoguerra (metà del Novecento).
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MUNICIPIO
La funzione amministrativa, paragonabile a come odiernamente consideriamo la gestione comunale/municipale, viene attuata nel Paraxo, nella borgata di Castello fino circa al periodo di scissione con il quartiere di Laigueglia, nella fine del Settecento (scissione avvenuta nel 1794).
Da qui si sposta transitoriamente nella borgata di Duomo, per raggiungere stabilmente la sede nella borgata Metta ad inizio Ottocento.
Nel 1878, con Regio Decreto del Re Umberto I, il Municipio viene trasferito nella borgata di Molino Nuovo, nell’edificio di recente edificazione (attuale sede dell’Ufficio Postale) di fronte al Palazzo Siccardi, dove rimarrà fino al 1979, quando sarà inaugurata la nuova e odierna sede in via Cavour, soppiantando così alche il “Recapito Comunale” insediato nel 1956 nella palazzina ex lavanderia della Colonia di Milano in Largo Milano (abbattuta nel 2016).
PRETURA
La giustizia viene amministrata, unitamente alla “municipalità”, sempre nel Paraxo fino a poco prima della scissione con il quartiere di Laigueglia, periodo in cui alcune funzioni dell’attività di giustizio vengono decentrate nella “fortezza” della borgata Rollo.
Seguendo il “municipio”, la Pretura raggiunge transitoriamente la borgata Duomo (nel rione “Na Burca”), per poi insediarsi stabilmente nella borgata Metta, dove resterà sino all’ultimo decennio dell’Ottocento.
Quindi, a distanza di pochi anni dal trasferimento del Municipio nella nuova borgata Molino Nuovo, seguirà la stessa strada e le funzioni di giustizia saranno esercitate nella Sala delle Adunanze Comunali, condividendo lo stesso ambiente municipale dei Consigli Comunali.
Nel 1923 la Pretura andorese sarà definitivamente chiusa, demandando ogni forma di giustizia alla sede di Albenga, non senza alcune vivaci contestazione mosse in un animato Consiglio Comunale andorese, durante il quale sarà redatto un verbale che pone in evidenza le grandi difficoltà che tale soppressione della sede locale rappresenti un grande danno e disagio per la popolazione, soprattutto quella contadina e meno abbiente dell’entroterra e dei vicini centri abitati di Stellanello, Testico e Ginestro.
PRIGIONI
Le carceri sono ricavate in ambienti angusti del Paraxo, nella borgata di Castello, come conseguenza dell’insediamento in epoca medievale e almeno sino alla fine del Seicento, quando vengono trasferite nel Bastione della Marina, dove l’attività di guardia per gli attacchi dal mare si integra vantaggiosamente con la sorveglianza dei carcerati.
I locali utilizzati del torrione sono quelli verso il retro – ponente, dove resteranno alcuni anelli in ferro successivamente utilizzati per i ricoveri in stalla di bestiame da lavoro.
Le carceri seguono in via transitoria la Pretura e il Municipio nella borgata Duomo a cavallo tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento per finire stanziate in un edificio della borgata Metta (ex proprietà Tessitore).
Nel 1878, dalla borgata Metta viene trasferito il Municipio della nuova borgata di Molino Nuovo, successivamente viene spostata anche la Pretura, mentre le carceri restano ancora per alcuni anni sempre nella stessa sede, fino all’inizio del Novecento, quando vengono chiuse completamente e l’edificio, in parte convertito ad un uso residenziale, nel corso di pochi decenni degrada nello stato di rudere (sarà totalmente ristrutturato e stravolto della sua originaria consistenza negli anni ’90 del Novecento.
CASERMA DEI CARABINIERI
La caserma dei Carabinieri era anticamente ubicata ai piedi della borgata Duomo, nella borgata Molino Nuovo di recente formazione, in prossimità della strada chiamata "u Besàgnu" o ""Viàssa", nella zona localmente nota come "u Giardìn".
Da Molino Nuovo la sede viene spostata, alla fine degli anni '30 del Novecento, nella Strada della Stazione, nell'edificio di recente costruzione a fianco alla rivendita Trevia.
In epoca recente, negli ultimi decenni del Novecento, la sede viene ulteriormente spostata nell'attuale posizione, nel fabbricato in via Fontana che fu Pensione Mondovì, Albergo Milano e parte della Colonia I.N.A.M.
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