BORGATA CONFREDI - Andora nel tempo

Andora nel tempo
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BORGATA CONFREDI

CONFREDI
(Sabrina Lunghi)
Estratto mappa impianto Nuovo Catasto Terreni - Agenzia delle Entrate
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Proseguendo lungo questa, si incontra il nucleo dei Confredi (…), determinato dall’incrocio di essa, della strada della Monta d’Avasce, con direzione est-ovest, e di percorsi minori che fuori dell’abitato proseguono paralleli alla strada principale e confluiscono i tre più ad est in una via di più recente costruzione, per proseguire, oltrepassata questa, in un percorso verso sud, diretto verso la località Casa Fornace (…). Mentre il percorso più occidentale, con andamento a tornanti si inerpica verso il crinale. L’impianto della borgata Confredi è di tipo direzionale, determinato dall’incrocio di più percorsi, due dei quali di grande importanza. Quello a monte infatti collegava la Valle di Andora, con quella di Cervo, tramite il Passo della Chiappa; mentre l’altro metteva in comunicazione le due borgate con l’abitato vicino alla costa.
Da un punto di vista storico, non si possono aggiungere ulteriori dati a quanto già detto in riferimento alla borgata dei Canossi. Mi limito solo a richiamare le osservazioni fatte (…), che possono testimoniare in favore di un’origine medievale del sito [22].
Confrontando le planimetrie attuali con quelle del catasto napoleonico di inizio '800 [23], si può osservare una certa continuità dei due abitati nel tempo. Poche le variazioni, riscontrabili soprattutto nella borgata dei Canossi, dove nel corso di due secoli sono sorte alcune case, sempre lungo l’arteria principale, e sono state abbandonate alcune di quelle a schiera, determinando degli spazi non più abitati fra le strutture ancora agibili.
Sono proprio le abitazioni a schiera quelle più caratteristiche del nucleo dei Canossi, e tra queste, degna di attenzione è una casa, contrassegnata sulla carta (…) con i Nn. 29-30, m. 10 x m. 13, (Fig. 17). Essa, purtroppo, presenta pesanti segni di interventi moderni, che tuttavia non hanno modificato troppo l’aspetto originario. La facciata è scandita da due contrafforti; quello all’angolo sud-est è più massiccio e sporgente e ben visibile in pianta. Quello centrale, invece, è più rientrato e poggia su uno zoccolo, che per un’altezza di circa m. 0,50, corre alla base della facciata stessa.
Il contrafforte centrale determina una scansione della parete, in cui le aperture sono praticamente identiche. Come appare dalla mappa catastale (…), la casa risulta costituita da due abitazioni distinte, ciascuna con un proprio accesso. Quello più a destra - guardando la facciata - conserva ancora l’architrave in legno, caratteristico di porte e finestre delle abitazioni rurali della valle. Le finestre del primo piano sono state ristrutturate di recente per cui è impossibile risalire alla loro forma originaria. E’ probabile, comunque, che avessero le stesse dimensioni delle due soprastanti, o fossero lievemente inferiori.
Il tessuto murario risparmiato dall'intonaco, rivela una tecnica costruttiva estremamente povera, dove blocchi di pietra appena sbozzati si alternano a ciottoli ed a qualche raro inserto in mattone.
All’angolo sud-ovest era addossata un’altra casa, che risulta nella mappa del catasto napoleonico, ma è attualmente diroccata.
Gli altri lati della casa non presentano caratteristiche rilevanti. Degno di attenzione è invece un edificio della borgata Confredi, contrassegnato sulla mappa catastale con i numeri 126-127, rispettivamente m. 10 x m. 3 x m. 10 x m. 2 e m. 9 x m. 10 x m. 9 x m. 5, (…). Presenta una pianta irregolare, determinata dalla biforcazione della strada comunale Confei; al N. 126 corrisponde la costruzione più interessante. Innanzitutto per il tessuto murario: esso (Figg. 18-19-20) presenta le caratteristiche comuni alle costruzioni murali della valle, cioè conci sbozzati irregolarmente, alternati ad alcuni più regolari, disposti soprattutto agli angoli, qualche inserto di mattone, un modesto uso di malta per assemblare i singoli blocchi.
Nel contempo però si può notare una certa regolarità nella disposizione delle pietre, la presenza di ghiere in mattone ad arco ribassato che coronano le finestre del primo e del secondo piano, il vano di ingresso, che prende luce da due aperture, una che funge da entrata e l’altra da finestra, sormontate anch’esse da una arcata a tutto sesto abbastanza regolare. Caratteristiche queste che permettono di distinguere dalle altre tale casa, la quale sorge d’altronde in prossimità di un’arteria di comunicazione piuttosto importante, come si è detto sopra [24].
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22 V. Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo - Cap. III, p. 52 e 74.
23 CATASTO NAPOLEONICO, Sec. C, Sub. 2me.
24 V. Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo - Cap. V, p. 127.


Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.

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