MAPPA DI MATTEO VINZONI - Andora nel tempo

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MAPPA DI MATTEO VINZONI

STORIA E DOCUMENTI > STORIA ANDORESE
LA CARTOGRAFIA DI MATTEO VINZONI
(Sabrina Lunghi - Mario Vassallo)
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MATTEO VINZONI
Matteo Vinzoni, nato nel borgo spezzino di Montaretto (6 dicembre 1690 – Levanto, 1773) è stato un cartografo italiano, il quale collaborò già adolescente e succedette professionalmente al padre Panfilio Vinzoni, affermato cartografo e topografo della Repubblica di Genova nel XVII secolo.
Insieme collaborarono nella realizzazione di pregiate mappe geografiche e topografiche per la Repubblica Genovese, grazie anche ai numerosi studi sulla geografia e geologia del territorio che il figlio Matteo preferiva svolgere prima di elaborare una mappa su una determinata area.
La sua particolarità di recarsi in loco e quindi approfondirne tutti gli aspetti geografici, contribuì alla fama di Matteo Vinzoni, che divenne cartografo ufficiale della Repubblica di Genova, abile nel riprodurre le caratteristiche dei territori, in modo innovativo per l'epoca.
Realizzò per la Repubblica genovese la raccolta cartografica nota come “Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma”, effettuata in collaborazione con il figlio Panfilo.
L’atlante fu presentato al Senato di Genova il 2 agosto del 1773, pochi giorni prima della sua morte.
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LA MAPPA DI MATTEO VINZONI



Passiamo ad analizzare la mappa redatta da Matteo Vinzoni e raffigurante la parte di territorio riconducibile alla Valle del torrente Merula.
Prendendo spunto dalla tesi di laurea di Sabrina Lunghi:
“….. la Valle del Merula, con indicazione approssimativa dei rilievi e dei corsi d'acqua. Sono segnati, con una linea a tratti e puntini, i confini della Podestaria di Andora, la cui giurisdizione si estendeva a partire dal crinale separante Andora dalla Valle del Cervo sino alla località di Porto Saluo, fra Laigueglia ed Alassio, sulla costa. All’interno, ad ovest, seguiva la linea di crinale sin sopra Villa Faraldi e di qui, con una curva verso nord-est raggiungeva la località La Madonna, e quindi il Castello di N.ra Sig.ra della Guardia.
Di qui scendeva verso sud-ovest a Moglio e proseguiva verso la suddetta località di S. Maria di Porto Saluo.
(…..)
Sulla costa, da est verso ovest, sono segnalati il Capo delle Meire, una località non ben precisata detta Mortale, un piccolo rivo detto Coscione, in corrispondenza della Marina è segnalato il toponimo Andora torre, quindi alla foce il Fiume Meira, un piccolo rivo
detto Pino e sul confine occidentale un agglomerato di case detto Poggiolo.
Ritornando ad est, incontriamo la Colla de Micheli, percorsa da una strada che saliva da Laigueglia, e scendeva verso la Marina (senza toccarla), attraversava il Fiume Meira, lambiva le falde di Rollo, e superato il rivo Pino raggiungeva la località Poggiolo, da dove proseguiva per Cervo.
Sulla sponda sinistra del Fiume Meira, da Sud a Nord incontriamo la località Marin, Castello d’Andora e Pigna.
(…..)
Il Castello è unito al resto della vallata da un’arteria stradale, che si diparte da quella che attraversa la costa, e superato il Castello, raggiunge Beneo. E’ questa una località ormai scomparsa, citata solo dal Giustiniani nei suoi Castigatissimi Annali (1).
Una seconda arteria univa Beneo a Musaigna (2) ed a Costa (3).
Ritornando all’arteria principale Beneo si collegava a Pian Rosso, proseguendo verso S. Pietro.
(…..)
Da S. Pietro la strada raggiugeva Roseghina (4) quindi Tegorella.
Sulla sponda destra del fiume da nord a sud, incontriamo Moltedo, Ferrera (5), Conna, Forti, Fraschi, Duomo, S. Giovanni, Rollo.
(…..)

Analizzando la restituzione grafica del territorio andorese e relativa vallata effettuato dal Vinzoni, emergono alcune incongruenze ed imprecisioni sostanziali:



  • il posizionamento della “Colla de Micheli”, ovvero Colla Micheri, risulta traslato a sud rispetto alla effettiva ubicazione territoriale;
  • la località indicata come “Marin”, ovvero Marino, è in posizione del tutto errata, poiché riportata in corrispondenza di quella che dovrebbe essere Mezzacqua (arretrata rispetto alla “Marina”), anziché nella corretta ubicazione, dove il cartografo ha erroneamente riportato “Pianrosso” (tra “San Pietro” e “Castello d’Andora”);
  • la località “Pigna”, posizionata a nord-est di “Castello d’Andora” è sostanzialmente errata, poiché in realtà ubicata dal versante vallivo opposto, sotto le pendici di “Rollo”;
  • la località “Pianrosso”, come annotato in precedenza, sarebbe stata riportata nella effettiva posizione di Marino, mentre andrebbe correttamente a collocarsi più a nord, tra le località “San Pietro” e “Roseghina” (ovvero Piazza);
  • la località “Musaigna”, ovvero Mezzacqua (anticamente citata “Musaigua”), è riportata in posizione errata sotto la “Costa” (ovvero Costa dei Galleani) ed andrebbe collocata dove Vinzoni indica erroneamente “Marin” (Marino);
  • la località Fraschi è un toponimo non presente in altre fonti cartografiche e/o documentali riferite al territorio andorese;
  • la località “Forti”, ovvero Ca’ dei Forti, è indicata in posizione errata, perché si trova in realtà sulla sponda opposta del Torrente Merula, poco prima di “Tegorella” (ovvero Tigorella);
  • la località “Ferrera”, ovvero Ferraia, è posizionata in modo totalmente errata, poiché si trova non tra “Conna” e “Moltedo”, bensì tra “San Giovanni” e “Duomo”.

Appare inoltre interessante come siano riportati:
  • la posizione di “Beneo”, riconducibile alla zona degli attuali Maglioni, trattandosi di una località/denominazione scomparsa da secoli;
  • la località “Duomo” stranamente per l’epoca non indicata come “Domo”, in quanto quest’ultima era la denominazione ufficiale e comune utilizzata sino alla fine dell’Ottocento.

Allargando l’osservazione all’interno della Valle del Merula, in territorio di Stellanello, si pongono in evidenza:
  • l’errore di posizionamento reciproco inverso delle denominazioni legate alle due Chiese Parrocchiali di “San Lorenzo” e “San Vincenzo”;
  • l’indicazione “La Madonna”, probabilmente riferita alla Madonna della Guardia di Alassio;
  • la presenza di un presunto toponimo “San Giorgio”, che in realtà non compare in alcuno dei tre Comuni della Valle del Merula, non essendo, in Andora – Stellanello – Testico, presenti dedicazioni religiose in merito a tale santo.
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"COMMISSARIATO DELLA SANITA' DI ALASSIO"
DI MATTEO VINZONI
(Sabrina Lunghi)


 
Un’altra mappa realizzata da Vinzoni, sempre in citazione della tesi di laurea di Sabrina Lunghi, “rappresenta una veduta del Commissariato di Alassio, in cui rimaneva compresa anche la Valle del Merula. Di quest’ultima viene fornita una riproduzione parziale, sommariamente prospettica, in cui le uniche indicazioni toponomastiche sono date dal Capo delle Meire, la Colla di S. Michele (6), il Castello di Andora, la Marina, S. Giovanni Battista, Rollo e il Fiume Meira.
Ben in evidenza è la strada che salendo da Colla Micheri, scendeva con percorso tortuoso sino alla Marina, attraversava il fiume e proseguiva a mezza costa verso Cervo. Da questa si dipartiva un sentiero che conduceva alla borgata di Rollo.
Sono riportati due affluenti del Merula, quella di sinistra interessava la zona di Castello, quello di destra interessava la zona di S. Giovanni Battista.
Le dorsali collinari appaiono punteggiate di alberelli, mentre la piana del Merula occupata da orti e coltivazioni arboree. Vicino alla foce del Merula, sulla sponda sinistra vi è l’indicazione, in francese, stagne cioè stagno, palude, un tipico aspetto questo, della piana costiera prima delle recenti bonifiche.
Infine, lungo la costa, troviamo l’indicazione di quattro posti di guardia: il N. 1, detto Del Pino, era costituito da una Casetta di materia al principio della Spiaggia di Andora a Ponente; in essa vigilavano quattro uomini scelti e milizie durante la notte, provenienti da S. Giovanni, Duomo, Conna, Moltedo. Ciascuno di questi luoghi aveva un proprio caporale.
Col N. 2 è contrassegnata la Torre della Marina, che era presieduta durante il giorno da due uomini, e durante la notte da altri quattro, provenienti da Tigorella, Forti, S. Bartolomeo, S. Pietro, Marino, Castello, Colla Micheri, Marina, Mezzacqua.
Anche per questo posto di guardia esisteva un caporale per ciascuno dei suddetti luoghi.
Il terzo posto di guardia era quello di Coscione al terminar della spiaggia sopra un erto di Scogli (N. 3), costituito da una casetta a secco con quattro uomini di vedetta durante la notte (7).
Il quarto, infine, era detto del Cavo, ossia della Mortola; come il precedente era una casetta a secco, con un presidio di due uomini durante il giorno e tre durante la notte.
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  1. V. sopra, Cap. III, p. 62.
  2. Con ogni probabilità si tratta della località di Mezzacqua; in caso la sua collocazione è errata perchè Mezzacqua si trova tra la Marina e il Castello.
  3. Si tratta della località Costa d'Agosti.
  4. Si tratta della odierna località Piazza.
  5. Si tratta della odierna località Ferraia.
  6. Si tratta della odierna località Colla Micheri.
  7. VINZONI 1745, p. 136.
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