CARTA MAGNIFICA COMUNITA' DI ANDORA - Andora nel tempo

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CARTA MAGNIFICA COMUNITA' DI ANDORA

STORIA E DOCUMENTI > STORIA ANDORESE
CARTA TIPOGRAFICA DELLA MAGNIFICA COMUNITA' E VALLE DI ANDORA - 1785
(Sabrina Lunghi - Mario Vassallo)

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La carta venne incisa a Genova nella stamperia degli eredi di Adamo Scionico (incisione in rame mm 272 x 176), quale allegato ad una memoria presentata al Senato di Genova dall'Avvocato Angelo Maria Anfosso dal titolo "Li diritti della M. Comunità di Andora e la Primazia del suo Castello dagli attentati di Laigueglia, altra delle Ville di detta M. Comunità di Andora".
La causa, iniziata l'11 marzo 1771 e discussa poi davanti alla Giunta dei Confini, non riguardava ad una delimitazione dei rispettivi territori, poichè Laigueglia non era una comunità autonoma ed indipendente, ma costituiva il quinto quartiere di quella di Andora; gli altri quartieri erano San Giovanni, San Giacomo, San Pietro e Sant'Andrea.
La lite era sorta per motivi vari tra cui:
  • per il nuovo catasto: secondo Andora occorreva l'estimo reale dei fondi, mentre i laiguegliesi lo volevano per "canellazione", cioè in base ad una misurazione delle proprietà;
  • per la dimora del Podestà, che secondo gli andorini doveva permanere nel castello di Andora tranne "nel tempo delle ferie del caldo", quando poteva stabilirsi in Laigueglia;
  • per le gabelle, che, sempre secondo gli andorini, dovevano confluire nella cassa comunale di Andora;
  • per una maggiore autonomia dei quattro quartieri di Andora rispetto al quartiere di Laigueglia.

La realizzazione della carta è dovuta al prete Ambrogio Multedo (1753 - 1840), di famiglia originaria di Cervo e insigne matematico, che verso la fine del secolo insegnò all'Università di Genova e venne incaricato dalla Repubblica Ligure di una missione a Parigi per l'introduzione in Liguria del nuovo sistema metrico decimale e dove fece conoscere le unità di misura genovesi del "palmo" e della "libbra".
La carta venne costruita nell'ottobre del 1785.
Da una denuncia dei consoli di Laigueglia sappiamo che il Multedo in tale periodo alloggiò in Andora presso Angelo Maria Anfosso e "furtivamente senza farne in prima parola a questo Magnifico Podestà abbia cannellato terreni, preso livelli, osservato termini e confini, e preso in pratica tutto quello che è necessario per formare un disegno di quella valle". (A.S.G., Archivio Segreto).
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I QUARTIERI DELLA MAGNIFICA COMUNITÀ DI ANDORA
(Sabrina Lunghi)
 
I quartieri della Magnifica Comunità di Andora erano i seguenti:
l. Il quartiere di S. Giacomo, che resta situato dalla parte di Levante della Fiumara intermedia la Valle di Andora, composto dalle borgate di Castello, Borgo, Marino, Colla de' Micheri, Mezzacqua, e Marina, sottoposte alla (...) Parrocchia di S. Giambattista, ai confini di sopra, e da un lato il Colle, ed il promontorio della Menda, ora detto il Capo delle Mele, che dividono il detto quartiere di S. Giacomo da quello di Laigueglia, di sotto la detta Fiumara di Andora, che si chiama Fiume Meira, da Plinio denominato Merula, ed il Mare, e dall'altro lato il Fossato del Baoso, che divide detto Quartiere di S. Giacomo, da quello di S. Pietro (...).
2. Il Quartiere di Laigueglia, che resta situato alla parte di Levante del fiume suddetto di là dal colle a’ piedi di esso verso il mare, composto dalla sola Borgata di Laigueglia Villa di Andora, sottoposta alla detta Parrocchia di S. Matteo, che si estende per quanto si estendono i diritti dcll’ius Parrocchiale del Rev. Arciprete di detta Villa Andoriana, ai confini di sopra, e da un lato il Colle e Capo delle Mele, che dividono il detto Quartiere di Laigueglia da quello di S. Giacomo, ed in piccola parte al disopra da quello di S. Pietro, disotto il mare, e dall’altro il territorio di Alassio, (...).
3. Il Quartiere di S. Pietro, che resta situato alla parte di Levante del detto fiume, composto dalle Borgate dei Negri, Galleani, Metta e Pian Rosso, sottoposte alla detta Parrochhia di S. Pietro, e della Roseghina, Costa d' Agosti, Lanfredi Sottani, Sjffredi, Divizi, Ca' de forti, e Tigorella, sottoposte alla detta Parrocchia di S. Bartolomeo, a' confìni di sopra il Colle, che divide il detto Quartiere di S. Pietro dalli territori di Garlenda, e d’Alassio, ed in piccola parte dal Quartiere di Laigueglia, disotto la Fiumara, da un lato il fossato del Baoso, che divide detto Quartiere di S. Pietro da quello di S Giacomo, e dall’altro lato il territorio di Stellanello (...).
4. Il Quartiere di S. Andrea, che resta situato alla parte di Ponente del detto fiume composto dalle Borgate della Ferrara, sottoposta alla detta Parrocchia di S. Giambattista, del Domo, sottoposta alla detta Parrocchia di S. Pietro, della Costa dei Garassini, e la Costa di mezzo, e Moltedo sottoposte alla detta Parrocchia di S. Andrea, e di Barrò sottoposta alla detta Parrocchia di S. Bartolomeo, a’ confini di sopra il Colle, che divide il detto Quartiere di S. Andrea dal Territorio di Diano, disotto la Fiumara, da un lato il Fossato della Ferrara, che divide detto Quartiere di S. Andrea da quello di S. Giovanni e dall’altro lato il territorio di Stellanello; (…).
5. Il Quartiere di S. Giovanni, che resta situato alla parte di Ponente del detto fiume, composto da cinque Borgate, che formano l’intiero luogo di Rollo sottoposto alla detta Parrocchia della SS. Trinità, e dalle Borgate di Confredi, e Canossi, sottoposte alla detta Parrocchia di S. Giambattista, a’ confini di sopra, e da un lato il Colle e Costa del Capo che dividono il detto Quartiere di S. Giovanni dal territorio del Cervo, ed in piccola parte da quello di Diano, disotto la Fiumara, ed il mare, e dallo altro lato il fossato della Ferrara, che divide il detto Quartiere di S. Giovanni da quello di S. Andrea. [4]
Quindi in sintesi, risulta che il Quartiere di S. Giacomo comprendeva le borgate di Castello, Borgo, Marino, Colla Micheri, Mezzacqua e Marina.
Il Quartiere di S. Pietro comprendeva le borgate dei Negri, Galleani, Pian Rosso, Roseghina (Piazza), Costa d’Agosti, Lanfredi Sottani, Siffredi, Divizi, Ca’ de’ Forti, Tigorella.
Il Quartiere di S. Andrea comprendeva le borgate della Ferrara, Duomo, Costa dei Garassini, Costa di mezzo, Moltedo, Barò.
Il Quartiere di S. Giovanni comprendeva le borgate dei Confredi, Canossi, Rollo.
Le parrocchie erano cinque, si dividevano il territorio nei seguenti termini:
  • alla Propositura di S. Giovanni Battista erano sottoposte le borgate di Castello, Borgo, Marino, Colla Micheri, Mezzacqua, Marina, Ferrara, Confredi e Canossi.
  • alla Rettoria di S. Pietro erano sottoposte le borgate dei Negri, Galleani, Pian Rosso, e Duomo.
  • all’Arcipretura di S. Andrea erano sottoposte le borgate della Costa dei Garassini, Costa di mezzo e Moltedo.
  • alla Rettoria di S. Bartolomeo erano sottoposte le borgate di Rosseghina (Piazza), Costa d’Agosti, Lanfredi Sottani, Siffredi, Divizi, Ca’ de’ Forti, Tigorella, e Barò.
  • alla Rettoria della SS. Trinità erano sottoposte le cinque borgate costituenti la frazione Rollo.         
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CARTA TIPOGRAFICA DELLA MAGNIFICA COMUNITÀ E VALLE DI ANDORA
(Sabrina Lunghi)
 
Troviamo una fedele descrizione cartografica della situazione suesposta in una Carta Tipografica della Magnifica Comunità e Valle di Andora, inserita all'interno di un documento dato alle stampe in occasione della controversia fra Andora e Laigueglia [5].
La carta presenta la suddetta intitolazione distribuita in tre linee su un cartiglio che reca al centro lo stemma della Comunità di Andora, sorretto da due putti. L'originale è costituito da un unico foglio, misurante cm. 42 x cm. 31, a sinistra del quale è riportata la suddetta carta, a destra è invece un indice contenente quarantuno nomi di località contrassegnati da cifre arabe, corrispondenti ad altrettanti numeri sulla carta e ventiquattro nomi contrassegnati da lettere maiuscole indicanti nomi di parrocchie, oratorii, fiumi e fossati. La carta presenta una rosa dei venti dalla quale si scorge il suo orientamento: il nord è lievemente spostato sulla destra, la lettera O indica Ostro cioè sud, la lettera P indica Ponente (ovest). L’est è indicato da una croce.
La scala metrica posta sotto la carta reca in un nastro annodato la seguente scritta: Scala di Miglio l, e 1/2 - R. Amb. us Mult.o intv.
Il miglio genovese di quel tempo corrisponde a m. 1486,50 e di conseguenza la carta in questione ha una scala di circa l: 33.700.
L'autore è Ambrogio Multedo (1753-1840), professore di Matematica all’Ateneo genovese.
La carta dà una rappresentazione sommariamente prospettica dei centri abitati, non reca curve di livello nè quote altimetriche.
Presenta poche indicazioni scritte: Mare di Genova, Golfo di Andora, Capo del Cervo, Capo delle Mele, Torrente Merula. Le strade sono segnalate con una linea punteggiata, ad eccezione di quella passante per Colla Micheri, SS. Nazzaro e Celso e Rollo (indicata nell’indice al N. 39 col nome di Strada Romana) contrassegnata da una doppia linea punteggiata.
Sono presenti anche due diversi tipi di indicazioni confinali: la prima è costituita da lineette e puntini alternati, abbraccia un vasto territorio da Capo Cervo fino a Porto Saluo (fra Laigueglia ed Alassio), spingendosi all’interno sino a Tigorella. Lungo questa linea confinaria è spesso ripetuto il N. 37, segnalato nell’indice come Linea de' Confini. La seconda è una linea tratteggiata a lineette brevi e sottili, che indica i confini tra Laigueglia ed Andora dalla chiesa di S. Bernardo (N) al sommo di Capo Mele. La datazione della carta non è semplice, perché essa non reca alcuna indicazione esplicita in tal senso. Tuttavia, con una certa approssimazione, si può dire che la sua redazione sia avvenuta tra il 1770 ed il 1785. Il secondo temine cronologico riguarda la data di edizione del documento che la contiene, il primo termine lo si ricava da un particolare della carta: Laigueglia è raffigurata con la chiesa parrocchiale completa di due campanili, terminati appunto nel 1770. Scotti, in uno studio del 1953, propone invece un’elaborazione più lunga. Secondo lo studioso la carta sarebbe stata realizzata certamente dopo il 1770, e poi ritoccata, in un secondo tempo tra il 1794 ed il 1797, con l’aggiunta - a mano - del tratteggio separante il territorio di Andora e quello di Laigueglia, dopo la divisione della seconda dalla prima. Le due comunità rimasero ancora sotto la stessa Podesteria sino al 1797, quando fu creata la Giurisdizione di Capo Mele, comprendente la zona da Alassio a Diano [6]. Ma l’ipotesi dello Scotti non può essere accettata in pieno, perché certamente la carta va datata dopo il 1770, ma già nel 1785 (data di edizione dell’opera contenente la carta) si presentava completa delle due linee di confine, e non a caso al N. 36 dell’indice, Laigueglia è indicata come Villa di Andora.
Chiaramente sono i toponimi il dato di maggiore interesse. (…).
Partendo dalla costa osserviamo la presenza, vicinissimo a questa, del cosiddetto Baluardo alla Marina (N. 41), l'odierno Bastione.
Nella carta appare isolato dalle case, e sormontato da una piccola torre al culmine della quale sembra essere issato un vessillo. Alle sue spalle si stende il borgo della Marina (N. l), costituito da un cospicuo gruppo di case, al centro delle quali spicca un edificio, presumibilmente una chiesa, dotata di ben due campanili, non dissimile da quello della Parrocchiale di Laigueglia. Si tratta con ogni probabilità, del complesso monastico dipendente un tempo dal cenobio dell'isola Gallinara.
Dietro la Marina, un modesto gruppo di case rappresenta la borgata di Mezzacqua (N. 2), collegata al borgo di Colla Micheri (N. 51) da un sentiero indicato da una linea puntinata. Poco distante da questo sentiero, sullo spartiacque tra Andora e Laigueglia, troviamo il molino di Tagliaferro (N. 6).
Da Colla Micheri (N. 5) discende la cosiddetta Strada Romana (N. 39), (…), che lambisce l'oratorio di SS. Nazzaro e Celso, ubicato stranamente a mezza costa. Tale posizione infatti è anomala, perché esso è testimoniato più in basso non distante dall’alveo del torrente Merula [7]. Mentre a mezza costa si trova, tutt’oggi, l'oratorio dei SS. Cosma e
Damiano, taciuto dalla presente carta. Si tratta, probabilmente, di un errore dell’autore che ha frainteso tra i due oratorii, e non ha riportato sulla carta quello più vicino al torrente Merula.
Sotto il cosiddetto oratorio di SS. Nazzaro e Celso (H), dalla Strada Romana (N. 39) si diparte un sentiero che percorre in senso latitudinale, tutta la valle sino a S. Lorenzo (G), situato ormai nel territorio di Stellanello.
In tale sentiero di valle confluiscono i percorsi che interessano le borgate poste a sinistra del torrente, e cioè il Castello (N. 3), rappresentato da circa una decina di case, su cui si erge la torre adiacente la chiesa di SS. Giacomo e Filippo; alle sue pendici scorreva il fossato del Castello (T). Il borgo era interessato da quattro percorsi: uno, il più settentrionale, saliva sullo spartiacque, e ridiscendeva verso Laigueglia, un altro - più a Sud - si biforcava in due tronchi, uno minore, che terminava sul crinale verso Laigueglia, e l’altro che prima incrociava un sentiero che saliva da Laigueglia, e poi proseguiva per Colla Micheri (N. 5). Un altro ancora, partendo da quest'ultima, lambiva le pendici sud occidentali del Colle del Castello e scendeva verso il sentiero di valle suddetto, indi attraversava il cosiddetto Ponte del Fiume Meira (N. 4) e dopo aver raggiunto la Chiesa di S. Giovanni Battista (B), saliva alla Costa dei Garassini (N. 30).
Ritornando alla sinistra del Merula, sul crinale incontriamo i Molini di Spaleta (N. 7) e quelli di Pilato (N. 8). A nord di Castello, uniti da uno stesso sentiero, che confluisce sempre in quello di valle, incontriamo le borgate di Marino (N. 9), dei Negri (N.10) e Costa dei Galleani (N. 11). Oltre il fossato di S. Luca, è ubicata la chiesa di S Pietro (C), con annessa una casa.
Più a Nord troviamo le borgate di Metta (N. 12) e Pian Rosso (N. 13), collegate da un percorso che scendendo si univa al sentiero di valle, e salendo, oltre il crinale, proseguiva per la chiesa di S. Bernardo di Alassio. Quindi il borgo di Rosseghina (N. 14), Lanfredi Sottani (N. 15), Lanfìredi Soprani (N. 16) e Costa d’Agosti (N. 17), quest’ultima borgata percorsa da un sentiero che a Nord confluiva in quello interessante le borgate di Metta e Pian Rosso, e a Sud discendente verso i Lanfredi Soprani, e, valicato il fossato d’Armo (R), i Siffredi (N. 18). In quest'ultima borgata si distingue un edificio con un piccolo campanile. Indica, presumibilmente, una cappella.
Oltre i Siffredi si trova la Parrocchiale di S. Bartolomeo (D), sopra la quale è ubicata la borgata Divizi (N. 20).
Superato il fossato di Tigorella (Q), si incontra la borgata Chà de' Forti (N. 19), segnalata da un’unica casa, e a monte di questa Tigorella (N. 21). Oltrepassato il confine fra il territorio di Andora e quello di Stellanello, si rinvengono le borgate di Bossaneto e Morretti (Nn. 22 e 23), separate dalla chiesa di S. Lorenzo (G). Sopra i Morretti, si trova il borgo di Villalunga (N. 24).
Sulla sponda destra del Merula, scendendo verso la costa, ancora nel territorio di Stellanello, si incontra la borgata di S. Gregorio (F) e di Villarelli (N. 25), da cui si origina un percorso che raggiunge la borgata di Barrò (N. 27), ormai nel territorio di Andora.
Oltre il fossato del Giajrino (N. 2), si trova la borgata di Moltedo (N. 26), collegata alla piana sottostante da un sentiero che sulla carta si interrompe sulla sponda del torrente, e che, presumibilmente, tramite una passerella, si univa al sentiero di pianura, che correva sulla sponda opposta del Merula.
Più a Sud, troviamo il Domo Borgata insigne (N. 31), con ben in evidenza la torre campanaria della cappella dedicata alla Natività di Maria.
Sopra il Duomo troviamo la borgata Costa di mezzo (N. 28) e Coma (N. 29) con in risalto la chiesa di S. Andrea. A Sud del fossato del Duomo (Y), sono ubicate le borgate della Costa dei Garassini (N. 30) e della Ferrara (N. 32) unite dallo stesso sentiero. Inoltre, un altro tracciato stradale univa la Costa dei Garassini a S. Giovanni (B). Superato un rivo, il cui nome non è indicato sull’indice, incontriamo la borgata dei Confredi (N. 33) unita a Conna da un sentiero, che in direzione opposta scendeva verso il torrente e di qui, con una brusca curva a gomito, sempre lungo la sponda del torrente Merula, scendeva verso la costa, interrompendosi improvvisamente in un punto imprecisato. Passato il fossato della Pigna (V), troviamo sul colle a picco sul mare, l’abitato di Rollo (N. 34), con ben in evidenza la chiesa della SS. Trinità (A), il cui campanile è curiosamente indicato sul lato Nord della chiesa, anziché su quello meridionale.
Infine, prospiciente il mare, sul confine con Cervo, una casa sparuta, Probabilmente un'abitazione di vedetta, corrisponde al toponimo Caseloni ai Confini (N. 38).
Questa carta di fine '700 è senza dubbio, tra quelle antiche in nostro possesso, la più completa e precisa. (…).
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4 COSTITUZIONI 1785, pp. 3-4.
5 DIRITTI 1785.
6 SCOTTI 1953, pp. 117-119.
7 V. tesi di laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico” di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo - Cap. II, p. 22.
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Carta Tipografica della Magnifica Comunità e Valle di Andora - 1785
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