FRAZIONE SAN PIETRO
TESTIMONIANZE DAL PASSATO > BORGATE E FRAZIONI > LE BORGATE
SAN PIETRO
(Sabrina Lunghi)
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Estratto mappa impianto Nuovo Catasto Terreni - Agenzia delle Entrate
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Riguardo a questa parrocchia, si è conservato un documento utile ad attestarne l’antichità, nel quale oltre alla ecclesia S. Petri, sono citate altre borgate inserite nel suo comprensorio, che possono quindi considerarsi già esistenti e sviluppate alla fine del ‘400. Tale documento è infatti un testamento che reca la data del 28 Agosto 1498. In esso Christofarus Galiana q(uondam) Iacobi de Andoria legat sepeliri in cemeterio ecc(lesiae) S. Petri Vallis And(o)r(ia) ubi sepulti sunt antecessores sui et illi de Albergo suo. Legat consortie Virginis Marie glosum unum. Leg(at) in reparatione blandoni S(anc)ti Petri sol(di) 5. Leg(at) domui Verberator(um) S(anc)ti Luca pro eius reparat(ione) possesionem un(am) in vale And(oriae) loco ubi d(icto) metam sive locam et aliam, cum co(n)su(etu)d(i)ne quod per homines inf(rascrip)tos quos eleg(unt) patronos accjpiebant libre centum que hab(e)ant reddere o(mn)i tempore ad blandonum seu cereum d(ict)i testatoris que extat ante altare Beate Virginis Marie in ecc(lesi)a S(anc)ti Petri, et de cuius redditib(us) debeant manutenere (...) cereum et blandonum et in sec(ul)a seculor(um). Et quando celebrabitur missa ad altare debat accendi et o(mn)i die festive.
Iti 1eg(at) dicte domui verberat(o)rum aliam terram ubi dic(tam) campo longo ut om(n)i die Dom(ini)co quando habebunt finitum eor(u)m off(ciu)m debeant habere Presbiterum unum qui celebret unam missam pro anima ipsius et quod Prior (...) debat dicere 5 pater noster et 5 ave maria pro an(ima) ipsius et sic fa(c)ere debant dicere ab omn(i)b(us) confratribus et disciplinantib(us) et hoc semp(e)r in secula seculorum. It(em) alii cerei ante crocifìxum quando dicunt officium (…) si aliq(uis) Episcopus Vicarius (...) vellet hoc prohibere teneantur nubere pauperas fìlias, quod homines de Gallianis debant e(sser)e patroni et ei dejficeret, sint patroni duo procu(rato)res domui S(anc)ti Luca.
Act(us) Andorie in villa plani rubei in domo hered(um) q(uondam) oberti travie, presentibus Christofarus Travia q. L(aurentii), Jo(hanes) Rebecho, Luca Paulo Richelmo q(uondam) Ant(onius), Nicolao Micherio q(uondam) Jo(hanes), Bart(olomeus) Rebecho q(uondan7) Pelegri de Andor(ia).
Lazarinus Trevia Not(arius). De Arch(ivio) Cath(edralis) sumptu [119].
Di tale testamento parla diffusamente anche il Giardinello [120].
Integrando le due testimonianze, si deduce che alla fine del ‘400 la Chiesa di S. Pietro già esisteva, ed era evidentemente importante in quanto destinataria di una cospicua somma di denaro (100 lire), vicino alla quale era presente il cimitero, nel quale erano già seppelliti gli antecessores di colui che fece il testamento, la cui esistenza si sarà svolta quindi fra ‘300 e ‘400.
E’ anche citato l’oratorio di S. Luca, sede di una confraternita di Disciplinanti, le cui funzioni si svolgevano ogni domenica e durante ogni festività.
Chi dettò questo testamento lasciò una clausola curiosa; si dice infatti che, qualora il vescovo o un suo vicario si fossero opposti ai lasciti in favore dell’oratorio, tale denaro si sarebbe dovuto destinare a fanciulle indigenti. Una consuetudine questa che si ritrova anche a Conna, circa centocinquanta anni dopo, in due legata del 1629 e del 1631, nei quali il reverendo Pietro Maria Guardone e suo fratello lasciarono circa settecento scudi in maritando et dotando puellas e pro pauperibus [121].
Sede dell’atto del 1498 fu una casa situata in villa plani rubei cioè in Pian Rosso, località quindi già costituita in quella data. Così, fra i testimoni era presente un Nicolao Micherio, proveniente certamente da Colla Micheri, perché questo cognome era diffuso solo in tale borgata, anch’essa quindi da attestarsi già in quell’anno.
Certamente dunque la chiesa di S. Pietro è molto antica e risale almeno al Basso Medioevo, anche se è difficile individuare una data ante 1498 precisa. Ma si può presumere che almeno un secolo prima di questa data, essa fosse già stata edificata, in una forma ormai scomparsa a seguito di successivi ampliamenti e rifacimenti, che le hanno conferito l’aspetto visibile in Fig. 81, m. 16 x m. 24. Però il campanile, nella parte inferiore conserva probabilmente le dimensioni originali. Infatti la sua mole massiccia dalla base a circa metà altezza, e le aperture ad archetto - ora tamponate - (Fig. 82) possono riferirsi alla prima edificazione, in evidente contrasto con la parte superiore più slanciata ed elegante (Fig. 83), riferibile quindi ai secoli successivi.
Gravitavano intorno al quartiere di S. Pietro le frazioni di Pian Rosso, Metta, Galleani, Negri e Duomo.
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119 RAIMONDI, Rif. 35, p. 70 e s.
120 GIARDINELLO 1624, cc. 415, 415 retro, 417 e 417 retro.
121 RAIMONDI, Rif. 35, p. 79
Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.
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SAN PIETRO
COSTA DEI GALLEANI
(Sabrina Lunghi)
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La Costa dei Galleani, insediamento di dorsale, nato lungo l’arteria che dalla chiesa parrocchiale sale alla sommità del crinale (…), con uno sviluppo lineare concentrato prevalentemente sul versante sud-orientale della strada.
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Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.
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COSTA DEI GALLEANI
DUOMO
(Sabrina Lunghi)
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La borgata del Duomo apparteneva al quartiere di S. Andrea, ma sottostava contemporaneamente alla Rettoria di S. Pietro, il cui edificio parrocchiale era ed è attualmente sulla sponda sinistra del torrente Merula, cioè su quella opposta rispetto alla ubicazione della frazione in questione.
La sua posizione particolare - piuttosto distante sia da Conna che da S. Pietro - (…), le consentì nel tempo di acquisire una certa autonomia rispetto ad entrambi.
Infatti da una notizia riportata da Raimondi, risultano esistere al Duomo due oratorii: quello di S. Sebastiano de via plana (attestato nel 1551) ed un altro dedicato a S. Maria. Inoltre era presente anche una cappella intitolata a S. Maria delle Grazie (attestata nel 1687). Nel 1716 l’oratorio di S. Maria ottenne il permesso di celebrare giorni riservati (...) non essendo accessibile la par(rocchia nei) tempi piovosi p(er) la fiumana [64].
Il Giardinello dice inoltre che nell’oratorio di N. Sig. ra delle gratie nella contrata del Domo si celebra la Messa tre volte la settimana; e più una volta il Mese (...) [65]. Sempre dalla stessa fonte risulta che a quest’oratorio erano legati dei proventi di terre (Pian di Gatte secche, Terra de Sifredi, Sorie, la fascia da Chà delli capi) nonché lasciti in denaro per la celebrazione di messe [66].
In una riduzione di legati risalente al 27 novembre 1646, è citato poi l’oratorio della Natività di N. ra Sig. ra del Duomo [67]. Ma è probabile che si tratti dello stesso edificio intitolato a S. Maria delle Grazie. Oggi tale luogo di culto viene comunemente nominato La Bambina e rimane la cappella/oratorio più importante della borgata [68].
La casa padronale Anfosso (… - n. 117), m. 11 x m. 20 x m. 9 x m. 15 x m. 11 x m.5 x m. 10, era poi dotata di una cappella dedicata all’Annunciazione, come si deduce dal bassorilievo posto su una delle due porte d’ingresso (Fig. 45), e pare che originariamente fungesse anche da chiesa della borgata [69].
La seconda entrata di questa casa è sormontata da un bassorilievo recante l’immagine della Vergine in trono col Bambino; è circondato da una cornice ad intonaco, con incisa la data 1793 (Fig. 46). E’ impossibile dire con esattezza se tale termine cronologico vada riferito effettivamente ad un restauro di fine ‘700 o sia da attribuirsi ad un intervento più recente, che ha riprodotto sull’intonaco una data scolpita precedentemente sulla pietra e quindi riferibile all’esecuzione del bassorilievo suddetto. Un soggetto analogo è presente in un portale di Taggia (Fig.46a), la cui iscrizione riporta la data 1760. Elemento, questo, che ci fa pensare che anche la Maestà del Duomo sia del XVIII secolo.
Il bassorilievo dell’Annunciazione (Fig. 45) si può confrontare con un esemplare genovese appartenente ad una sopraporta in Vico Croce Bianca l, del secolo XV (Fig. 47). Il motivo della Annunciazione compare a Genova proprio in questo periodo, in concomitanza con l’insediamento dei Domenicani in S. Maria di Castello e alla conseguente nascita di un consolante afflato religioso, poiché nell’iconografia della “Annunciazione” si concretizza in immagine la sintesi fra divino e umano [70].
A Triora in un bassorilievo di Via Camurati (Fig.48) ritroviamo lo stesso soggetto; il volto della Vergine, il panneggio delle vesti e il motivo decorativo dello scranno - peraltro non dissimile da quello del Duomo - fanno attribuire quest'opera al maturo Rinascimento.
Essa, come buona parte di quelle presenti nella suddetta località sono realizzate dai maestri della scuola di Cenova, operanti a partire dalla prima metà del ‘400 [71].
Un ulteriore confronto si può instaurare con la testata del portale maggiore del Santuario di N.S. della Rovere di San Bartolomeo del Cervo (Fig. 49); presenta una fattura rinascimentale e di conseguenza è databile al XVI secolo, mentre la sua cornice, in stile barocco, è più tarda [72].
Più difficile è proporre una datazione per i portali del Duomo.
Quello del rilievo dell’Annunciazione presenta un architrave con un rosone centrale e motivi vegetali ai lati (Fig. 45), che fanno scendere la cronologia almeno al XVI secolo. Va infine segnalata la presenza di una torretta, parte integrante del palazzo Anfosso; assommando tutte queste caratteristiche, risulta chiara l’importanza di questo palazzo rispetto al borgo circostante.
Le notizie storiche però sono, ancora una volta, scarse e recenti. Si può tuttavia partire da una considerazione: Giustiniani, nel l 535-7, riferisce che al Duomo risiedevano quaranta
Famiglie [73]. Moltissime se messe a confronto con altre frazioni più estese, ma meno numerose come Rollo (ventidue fuochi) o S. Pietro (venti fuochi). Una frazione che all’inizio del ‘500 si presenta così intensamente abitata, poteva vantare, a buon diritto un’origine remota, anche se è impossibile quantificare la sua antichità. Nell’inchiesta sui redditi del 1252 compare un maixo de domo, ed è molto probabile che esso fosse ubicato in questa località, nella quale quindi, in epoca feudale, esisteva un manso dal quale si sviluppò l’attuale abitato.
La borgata è composta da tre insediamenti (il Duomo propriamente detto, Na Burca e Besagnu, …), collegati da una strada che supera un dislivello di circa m. 50, con andamento tortuoso; essa proviene da una diramazione della attuale strada comunale che sale verso Conna; all’altezza del palazzo Anfosso (… - N. 117) si biforca in due direzioni: verso nord-ovest sale alla Cappella della Bambina (… - A) e prosegue in direzione ovest attraverso l’abitato, mentre con un percorso più settentrionale si collega alla sottostante strada comunale di Molino; ad est scende verso l’abitato di Na Burca e qui si divide ancora in due direzioni opposte. Sostanzialmente lo sviluppo dell’abitato è di tipo direzionale [74].
Rispetto alla situazione riportata nel Catasto Napoleonico [75], sono poche le variazioni moderne; si può registrare un ampliamento dell’abitato verso l’attuale frazione di Molino Nuovo, che - come rivela il nome stesso - nacque come propaggine orientale del Duomo nel secolo scorso, lungo quella che è divenuta l’arteria di principale collegamento della costa con l’entroterra.
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64 RAIMONDI, Rif. 35.
65 GIARDINELLO 1624, cc. 419-419 retro.
66 GIARDINELLO 1624, cc. 419 retro-420.
67 GIARDINELLO 1624, c. 373.
68 ANFOSSO 1994, p. 278.
69 ANFOSSO 1994, p. 274.
70 MULLER PROFUMO 1992, pp. 52-54.
71 VERDA SCAJOLA 1980, pp. 36-43.
72 DE NEGRI 1974, F. 308.
73 V. Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo - Cap. III, p. 62.
74 VARALDO 1985, pp. 155-6.
75 CATASTO NAPOLEONICO, Sec. C, 1a Sub.
Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.
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BORGATA DUOMO - OGGI
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BORGATA DUOMO - IL PASSATO
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METTA
(Sabrina Lunghi)
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Estratto mappa impianto Nuovo Catasto Terreni - Agenzia delle Entrate
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Metta, collegata strettamente anche a Pian Rosso come si è visto, che presenta un impianto direzionale [124] (…).
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124 VARALDO 1985, pp. 155-6.
Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.
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METTA
MOLINO NUOVO
(Mario Vassallo)
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MOLINO NUOVO E DUOMO
MOLINO NUOVO E DUOMO
LEGENDA
1 | Ponte du Cunettùn" |
2 | Beŗa |
3 | Mulino ex Anfosso – Musso – Testa (nel 1922 Musso vende a Testa) |
4 | Cappella di San Sebastiano |
5 | Ex Casa Comunale |
6 | Trattoria “Manìn” (ex Cà de Sanìn) |
7 | “Cà de Dedè” (ex Frantoio e segheria - "u gumbu de Rafè") |
8 | Fabbro “Culìn du Cicciu” (ex deposito concimi Guardone e ditta Siniscalchi) |
9 | Monumento ai Caduti (Parco della Rimembranza) |
10 | Ex Caserma dei Carabinieri (ex proprietà Maglione di Laigueglia) |
11 | “u Giardìn” |
12 | Casa Testa |
13 | Locanda del Molino Nuovo |
14 | “Cà du Grillu” (ex mulino da grano) |
15 | Palazzo Siccardi |
16 | Casa e negozio Marchiano |
17 | “Cà de Davidìn” (Casa Trevia – ex deposito ceste, negozio alimentari e scuola elementare) |
18 | “Cà de Linda” (Casa Trevia – ex officina dello “Stagnìn” e bottega del “caŗegò” Ireneo) |
19 | Villa Musso |
20 | Cappella “a Bambina” (Natività di Nostra Signora delle Grazie) |
21 | “Cà de Burlìn” |
22 | “Cà de Ireneo u caŗegò” |
23 | Palazzo Anfosso |
24 | “Cà di pastùi” |
25 | “Cà de Radescu” |
26 | “Cà de Belòmmu” |
27 | “Cà de Gigiòttu” |
28 | “Vòta de Gigiòttu” |
29 | “Vòta de Belòmmu” |
30 | “Cà de Bertè” |
31 | “Cà di Fransèsi” |
32 | “Cà de Franseschìn du Scöggiu” (ex Pretura) |
33 | “Na Burca” |
34 | “Cà de Ravèa” (ex Musso) |
35 | “ u Besàgnu” |
36 | “Fusàu du Dòmmu” |
37 | Mulattiera per mulino a vento – Poggio Ciazza (ex proprietà Anfosso e considerato il mulino vecchio) |
BORGATA MOLINO NUOVO - OGGI
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BORGATA MOLINO NUOVO - IL RECENTE PASSATO
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BORGATA MOLINO NUOVO - FOTO ANTICHE
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NEGRI
(Sabrina Lunghi)
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L’abitato dei Negri (…), piccolo insediamento di tipo lineare [125], sviluppatosi lungo un sentiero che si inerpica sul pendio collinare.
Si tratta di percorsi, questo ed altri ad esso simile, posti perpendicolarmente al letto del torrente, che salivano per raggiungere le fasce un tempo intensamente olivate, oggi abbandonate. Quindi l’insediamento dei Negri, e quelli posti più a sud, che appartengono alla frazione di Marino, mantengono un forte carattere agricolo e possono essere classificati come insediamenti sparsi a carattere rurale.
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125 VARALDO 1985, p. 155.
Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.
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NEGRI
PIAN ROSSO
(Sabrina Lunghi)
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Pian Rosso, la si vede citata nel documento del 1498, il solo dato storico inerente ad essa a nostra disposizione. Il suo toponimo rivela una origine simile a quella riguardante Piazza Rosseghina, infatti anche il terreno di Pian Rosso è di natura argillosa e rossiccio.
Presenta un impianto di tipo direzionale [122], determinato da due vie di grande percorrenza, facenti parte di un reticolo di strade che collegavano le frazioni sulla sponda sinistra del Merula prima della realizzazione dell’attuale Strada Provinciale Andora - Stellanello (…). L’asse est - ovest univa Pian Rosso con Metta, mentre quello nord - sud procedeva verso Piazza Rosseghina. Si incontravano nella piccola piazza antistante l’oratorio di N. Sig. ra della Neve, fulcro dell’abitato, così come lo spiazzo antistante l’oratorio di S. Lucia nella borgata di Piazza.
La situazione riportata dal Catasto Napoleonico [123] riflette quella odierna, tranne qualche rara eccezione. Proprio l’intenso sfruttamento delle abitazioni antiche, ha arrecato a queste consistenti trasformazioni, che ne hanno sconvolto l’assetto originale.
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122 VARALDO 1985, pp. 155-6.
123 CATASTO NAPOLEONICO, Sec. A, Sub. 3me, Rif. A e Sec. A Sub. 4me, Rif. C.
Testo tratto dalla Tesi di Laurea “Insediamenti medievali nella Valle del Merula: esame tipologico" di Sabrina Lunghi - Anno Accademico 1995/1996, rel. Prof. C. Varaldo.
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PIAN ROSSO