ANDORA IN VOLO - Andora nel tempo

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ANDORA IN VOLO

CAMBIAMENTI NEL TEMPO > TRA PRESENTE E PASSATO

ANDORA IN VOLO - 1995
(Marino Vezzaro)

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Il giorno 8 aprile 1995, viene noleggiato un elicottero che decolla dall'Aeroporto di Villanova d'Albenga, con meta il sorvolo del territorio comunale di Andora.
A bordo c'è Marino Vezzaro in veste di fotografo.
Ha il compito di effettuare delle riprese fotografiche aeree del territorio, da utilizzarsi per lo studio della pianificazione urbanistica comunale.
Marino non si risparmia e scatta foto a ripetizione, fissando nel tempo quelle che saranno testimonianze con una visuale insolita di Andora, in un periodo in cui sono ancora sconosciuti ed impensabili i vari servizi tipo GoogleMaps e GoogleEarth.
Il giorno dopo, il 9 aprile 1995, Marino si ripete, ma questa volta a bordo di un piccolo aereo da turismo, sempre decollato dall'Aeroporto di Villanova d'Albenga e con le stesse intenzioni e fini del giorno precedente.
In tale occasione la quota di sorvolo è maggiore, per realizzare viste d'insieme più estese.
Il risultato complessivo? Una incredibile ed insolita visione di Andora dall'alto, che ha fissato indelebilmente nel tempo e nei ricordi il recente passato di come era il territorio locale.
Un lavoro, quello di Marino, troppo importante per restare confinato o dimenticato semplicemente in un album di fotografie!
La prima volta che mi mostrò questa sua raccolta gli accennai che era un peccato non provare a descrivere in dettaglio ciò che raccontavano: sorrise con gli occhi scintillanti, perchè in cuor suo aveva già capito e nutriva la certezza che, prima o poi, lo avrei fatto!!
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1 – Strutture ancora esistenti del Campeggio San Giovanni.
2 e 3 – Non sono ancora presenti le aree di raccolta dei rifiuti solidi urbani e tanto meno le modifiche apportate al tratto ferroviario con la creazione della nuova “fermata” per i treni.
4 – Luogo dove si è insediato il cantiere ferroviario.
5 – Campi coltivati dove recentemente è stato realizzato un nuovo parcheggio, demolito il vecchio piccolo fabbricato di “Mimmo da Siberia” per riutilizzarne la volumetria in un nuovo intervento di espansione edilizia residenziale.
6 – Campi coltivati su cui sono state realizzate grandi palazzine residenziali.
7 – Non è ancora stato realizzato il parcheggio a fianco alla sede comunale.
8 – Il consorzio agrario di Silvio Divizia ancora in piena operatività.
9 – Il vecchio passaggio a livello.
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1 – Il campo sportivo di via Marco Polo – via Piana del Merula è agli inizi della sua esistenza e risulta essere semplicemente un terreno spianato, a fianco al Palazzetto dello Sport di recente costruzione (edificio realizzato quale opera di urbanizzazione a scomputo degli oneri concessori dovuti per la lottizzazione eseguita su via Marco Polo nel tratto tra via Dante Alighieri e via Europa Unita).
2 – La zona attualmente conosciuta come “area Luna Park” è ancora prevalentemente coperta di ulivi.
3 – La sede della Croce Bianca ed AVIS andorese ha già subito un primo ampliamento rispetto alla costruzione originaria, ma non ha ancora raggiunto l’estensione attuale.
4 – L’area attualmente occupata dal parcheggio presso la Sede Comunale e contigua palazzina residenziale.
5 – Altri campi coltivati che hanno ceduto il posto a palazzine residenziali.
6 – Il vecchio campo in terra battuta tra via Marco Polo e via Sant’Angela, comunemente e localmente chiamato “campo della Case Popolari); in questo periodo è suddiviso in due campetti da calcetto, tracciati a calce e presto sarà sostituito dal poco utilizzato “Velodromo del mare”.
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1 – Il complesso Ariston negli ultimi anni di utilizzo, prima del lungo periodo di abbandono.
2 – Il campo da tennis dei “Saraceni”, uno dei tanti campi da tennis che sono stati a lungo utilizzati tra gli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso; le abitudini sono poi cambiate, hanno avuto il sopravvento le associazioni sportive e l’attività sportiva organizzata, è aumentata la “sensibilità uditiva” del vicinato e le aree di gioco all’aperto sono diventate inutili ed inutilizzate, fino alla sostituzione con altri servizi, aree verdi (molto raramente), nuove costruzioni (soluzione più “apprezzata”).
3 – Edificio appartenente alla Colonia di Milano e facente parte del complesso di Villa Tagliaferro, un tempo destinato a lavanderia della Colonia, successivamente sede di classi medie scolastiche, recapito per uffici municipali, alloggi per residenze convenzionate ed infine demolito dopo anni di abbandono.
4 – L’antica Chiesa dei Canonici Regolari dell’Immacolata, facente parte del complesso di Villa Tagliaferro, già struttura della Colonia di Milano ed in questo periodo sede di alcuni circoli ed associazioni culturali locali, verrà presto completamente recuperata e convertita nell’odierna Biblioteca Comunale, la cui sede vi sarà spostata dalla precedente ubicazione in Villa Laura.
5 – Villa Tagliaferro, in progressivo stato di abbandono e fatiscenza, dopo essere stato destinato a residenze convenzionate, successive ad utilizzi come convento dei Canonici Regolari dell’Immacolata e sede scolastica; soffrirà l’abbandono ancora per oltre un decennio, fino al completo recupero che lo renderà l’attuale Palazzo Tagliaferro.
6 – L’area di Villa Tagliaferro pressochè abbandonata a se stessa; il lungo fabbricato, a fianco all’edificio principale ed un tempo refettorio della Colonia, sarà anch’esso abbattuto per fare posto alle sistemazioni esterne della piazza e dei giardini.
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1 – In via dei Mille, subito alle spalle della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, è ancora presente la piazzetta con parcheggio, dove si festeggiava con la “pentolaccia” a Carnevale; passeranno ancora alcuni anni e poi sarà edificato un fabbricato monopiano di negozi che collegheranno i porticati già esistenti; tale intervento edilizio, in concomitanza con il cambio dei tempi, concorrerà al progressivo spopolamento delle attività commerciali da via Carminati.
2 – In questo spiazzo sterrato verrà realizzato l’autosilo nelle vicinanze della farmacia.
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1 – Viale Roma nella sua originaria struttura viaria costituita da due sensi unici alternati con parcheggio laterale “a spina di pesce”, suddivisi e distanziati centralmente da un’aiuola lunga e stretta; il tratto a Ponente andava in direzione via Clavesana – via Aurelia, mentre il tratto a Levante in direzione opposta; negli anni successivi verrà trasformato in isola pedonale non senza contestazioni da parte di alcune delle attività commerciali del posto, che vedranno complicarsi l’accesso da parte dei propri clienti.
2 – In questa specie di piazzetta, delimitata da pini e da aiuole per quasi tutto il perimetro, a metà degli anni ’80 del secolo scorso venne realizzato un campetto sportivo, aperto e libero a tutti, inizialmente dotato di due canestri da basket ed una rete da pallavolo, ma di cui rimasero per tanti anni solo i canestri da basket; si trattava di un luogo di ritrovo e di svago dove sono cresciuti tanti ragazzi dell’epoca, sono nate amicizie, hanno potuto giocare bimbi con genitori e nonni: un luogo in posizione centrale, per certi versi appartato, protetto dal traffico, magari non sempre usato nel modo migliore, ma comunque un luogo dove trascorrere il tempo in libertà, senza vincoli e orari; e proprio questi ultimi, gli orari, sono stati una delle cause che ne hanno decretato la fine, poiché vi si giocava facendo rumore un po’ a tutte le ore, ed il fastidio creato per il vicinato, oltre ad altri fatti segno sempre più evidente del cambio dei tempi, ne hanno inesorabilmente indotto all’eliminazione, sostituendo in campetto con la creazione di un parcheggio che ha sottratto un luogo unico, dove tanti bambini e ragazzi si sono divertiti senza appartenere ad associazioni e gruppi sportivi.
3 – In via dei Mille, subito alle spalle della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, è ancora presente la piazzetta con parcheggio, dove si festeggiava con la “pentolaccia” a Carnevale; passeranno ancora alcuni anni e poi sarà edificato un fabbricato monopiano di negozi che collegheranno i porticati già esistenti; tale intervento edilizio, in concomitanza con il cambio dei tempi, concorrerà al progressivo spopolamento delle attività commerciali da via Carminati.
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1 – Questi giardini pubblici, delimitati tra via San Damiano e via San Lazzaro, realizzati agli inizi degli anni ’70 con la costruzione del complesso residenziale “La Residenza dei Sei Capi”, furono tra i primi spazi verdi, se non il primo addirittura, dotati di giochi per bimbi: due altalene, una “bascula” ed uno scivolo; i giochi sono stati inesorabilmente sostituiti nel tempo, fino ad essere eliminati del tutto, insieme ad alcuni alberi.
2 – In questo spiazzo adiacente al Bocciodromo e situato tra le vie San Lazzaro, dei Mille e Marco Polo, contornato da alberi e caratterizzato da superficie con fondo sabbioso, era realizzato un parcheggio che, in alcune occasioni durante l’anno, diventava una serie di campi da bocce per competizioni anche importanti: gli alberi sono stati eliminati tutti e oltre al parcheggio è stato realizzato un autosilo interrato.
3 – In questa specie di piazzetta, delimitata da pini e da aiuole per quasi tutto il perimetro, a metà degli anni ’80 del secolo scorso venne realizzato un campetto sportivo, aperto e libero a tutti, inizialmente dotato di due canestri da basket ed una rete da pallavolo, ma di cui rimasero per tanti anni solo i canestri da basket; si trattava di un luogo di ritrovo e di svago dove sono cresciuti tanti ragazzi dell’epoca, sono nate amicizie, hanno potuto giocare bimbi con genitori e nonni: un luogo in posizione centrale, per certi versi appartato, protetto dal traffico, magari non sempre usato nel modo migliore, ma comunque un luogo dove trascorrere il tempo in libertà, senza vincoli e orari; e proprio questi ultimi, gli orari, sono stati una delle cause che ne hanno decretato la fine, poiché vi si giocava facendo rumore un po’ a tutte le ore, ed il fastidio creato per il vicinato, oltre ad altri fatti segno sempre più evidente del cambio dei tempi, ne hanno inesorabilmente indotto all’eliminazione, sostituendo in campetto con la creazione di un parcheggio che ha sottratto un luogo unico, dove tanti bambini e ragazzi si sono divertiti senza appartenere ad associazioni e gruppi sportivi.
4 – In via dei Mille, subito alle spalle della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, è ancora presente la piazzetta con parcheggio, dove si festeggiava con la “pentolaccia” a Carnevale; passeranno ancora alcuni anni e poi sarà edificato un fabbricato monopiano di negozi che collegheranno i porticati già esistenti; tale intervento edilizio, in concomitanza con il cambio dei tempi, concorrerà al progressivo spopolamento delle attività commerciali da via Carminati.
5 – Il Condominio Urano è in costruzione, nel luogo in cui sorgevano le Case Denegri (“Cà du Bagnàu”), una degli insediamenti contadini originari più antichi della piana andorese.
6 – Il terrapieno costruito come opera di difesa del litorale costiero nella seconda metà inoltrata del Novecento, conosciuto localmente come il terrapieno dell’Ariston e sede del campeggio “Mare e Sol”.
7 – Uno degli ultimi orti della Marina, il terreno coltivato per tanti anni da Trentino Bellenda (“padre” della Cipolla Belendina), proprietà Luzzati, che sarà occupato dalla costruzione di palazzine residenziali, il cui intervento consentirà il consolidamento e recupero dei resti arcati dello storico acquedotto della Marina.
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Vista d’insieme del centro cittadino a Levante del Torrente Merula.
1 – La zona attualmente conosciuta come “area Luna Park” è ancora prevalentemente coperta di ulivi.
2 – Campi coltivati che hanno ceduto il posto a palazzine residenziali e la sede della Croce Bianca ed AVIS andorese, che ha già subito un primo ampliamento rispetto alla costruzione originaria, ma non ha ancora raggiunto l’estensione attuale.
3 – Il campo sportivo di via Marco Polo – via Piana del Merula è agli inizi della sua esistenza e risulta essere semplicemente un terreno spianato ed alle sue spalle il Palazzetto dello Sport di recente costruzione (edificio realizzato quale opera di urbanizzazione a scomputo degli oneri concessori dovuti per la lottizzazione eseguita su via Marco Polo nel tratto tra via Dante Alighieri e via Europa Unita).
4 – In via dei Mille, subito alle spalle della Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, è ancora presente la piazzetta con parcheggio, dove si festeggiava con la “pentolaccia” a Carnevale; passeranno ancora alcuni anni e poi sarà edificato un fabbricato monopiano di negozi che collegheranno i porticati già esistenti; tale intervento edilizio, in concomitanza con il cambio dei tempi, concorrerà al progressivo spopolamento delle attività commerciali da via Carminati.
5 – In questa specie di piazzetta, delimitata da pini e da aiuole per quasi tutto il perimetro, a metà degli anni ’80 del secolo scorso venne realizzato un campetto sportivo, aperto e libero a tutti, inizialmente dotato di due canestri da basket ed una rete da pallavolo, ma di cui rimasero per tanti anni solo i canestri da basket; si trattava di un luogo di ritrovo e di svago dove sono cresciuti tanti ragazzi dell’epoca, sono nate amicizie, hanno potuto giocare bimbi con genitori e nonni: un luogo in posizione centrale, per certi versi appartato, protetto dal traffico, magari non sempre usato nel modo migliore, ma comunque un luogo dove trascorrere il tempo in libertà, senza vincoli e orari; e proprio questi ultimi, gli orari, sono stati una delle cause che ne hanno decretato la fine, poiché vi si giocava facendo rumore un po’ a tutte le ore, ed il fastidio creato per il vicinato, oltre ad altri fatti segno sempre più evidente del cambio dei tempi, ne hanno inesorabilmente indotto all’eliminazione, sostituendo in campetto con la creazione di un parcheggio che ha sottratto un luogo unico, dove tanti bambini e ragazzi si sono divertiti senza appartenere ad associazioni e gruppi sportivi.
6 – Un capo da tennis privato realizzato a metà degli anni ’70 del secolo scorso, affacciato sulla via Rattalino, perimetrato da cipressi e rimasto per lungo tempo inutilizzato, fino alla successiva trasformazione in parcheggio-esposizione di automobili usate e dopo ancora in palazzina monopiano ad uso commerciale.
7 – In questo spiazzo adiacente al Bocciodromo e situato tra le vie San Lazzaro, dei Mille e Marco Polo, contornato da alberi e caratterizzato da superficie con fondo sabbioso, era realizzato un parcheggio che, in alcune occasioni durante l’anno, diventava una serie di campi da bocce per competizioni anche importanti: gli alberi sono stati eliminati tutti e oltre al parcheggio è stato realizzato un autosilo interrato.
8 – Uno degli ultimi orti della Marina, il terreno coltivato per tanti anni da Trentino Bellenda (“padre” della Cipolla Belendina), proprietà Luzzati, che sarà occupato dalla costruzione di palazzine residenziali, il cui intervento consentirà il consolidamento e recupero dei resti arcati dello storico acquedotto della Marina.
9 – Viale Roma nella sua originaria struttura viaria costituita da due sensi unici alternati con parcheggio laterale “a spina di pesce”, suddivisi e distanziati centralmente da un’aiuola lunga e stretta; il tratto a Ponente andava in direzione via Clavesana – via Aurelia, mentre il tratto a Levante in direzione opposta; negli anni successivi verrà trasformato in isola pedonale non senza contestazioni da parte di alcune delle attività commerciali del posto, che vedranno complicarsi l’accesso da parte dei propri clienti.
10 – L’originaria borgata Marina, che sarà oggetto diffuso di “sopraelevazione”, sia della maggior parte delle piccole case che la costituivano, sia del Residence Amici (sorto in sostituzione dell’antica Locanda degli Amici) che sfrutterà le possibilità di potenziamento messe a disposizione di con le Colombiadi.
11 – Il luogo di uno degli interventi edificatori più discussi del recente passato: una antica casa contadina che sarà trasformata e sostituita in una palazzina residenziale, apparentemente come tanti altri interventi effettuati sul territorio, ma che per varie motivazioni sarà oggetto di lunghe attenzioni e contestazioni.
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1 – L’antica proprietà Lucifredi, tra i pochi insediamenti sul mare oltre la via Aurelia, per anni pressochè inutilizzata, diventerà sede attiva della nuova attività commerciale “Creuza de mä”, legata alla proposta delle tipicità produttive locali.
Questo edificio è l’unico che ha resistito alle demolizioni effettuate su tutto l’edificato adiacente costituito dalla ex Colonia di Asti e Hotel Lido, con annesso distributore di carburanti AGIP.
2 – Il luogo di uno degli interventi edificatori più discussi del recente passato: una antica casa contadina che sarà trasformata e sostituita in una palazzina residenziale, apparentemente come tanti altri interventi effettuati sul territorio, ma che per varie motivazioni sarà oggetto di lunghe attenzioni e contestazioni.
3 – Il complesso Ariston negli ultimi anni di utilizzo, prima del lungo periodo di abbandono e varie vicissitudini che lo condizioneranno fino ai giorni nostri.
Era nato “sulle ceneri” di una parte della proprietà dell’antico cantiere navale “Navital”, ad inizio anni ’50 del secolo scorso, diventando velocemente un punto di riferimento ricettivo andorese sotto la guida e proprietà Pallavicino.
Contiguamente alla via Aurelia fu a lungo dotato di distributore di carburanti (Aquila, Total).
4 – Sempre all’interno del complesso Ariston, il fabbricato che fu sede del “Cinema Rossini”, attivo prevalentemente nel periodo estivo e successivamente trasformato con limitata fortuna in supermercato sino alla chiusura ed abbandono totale.
5 e 6 – Il campeggio “Mare e Sol”, di pertinenza al complesso Ariston, realizzato in parte sul terrapieno costruito come opera di difesa del litorale costiero nella seconda metà inoltrata del Novecento; è stato uno dei due campeggi sopravvissuti per più tempo all’epoca d’oro di questi insediamenti proliferanti dal secondo dopoguerra (l’altro che ha egualmente resistito è stato il campeggio “San Giovanni”).
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1 – L’antica “spiaggia libera del porto”, creatasi per il naturale insabbiamento del litorale costiero dopo l’avvenuta realizzazione del porto ad inizio anni ’70 del secolo scorso.
2 – Il vecchio molo del porto.
3 – Il moletto di Pinamare, che delimitava la parte libera dalla concessione “Rocce di Pinamare” e, come per il molo presente davanti a via Marco Polo, proteggeva il convogliamento in mare di una tubazione di scarico acque bianche, probabilmente legato anche al deflusso del rio proveniente dal Fosso Patelle.
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1 – L’ex cartiera Marani, un impianto produttivo che negli anni ’70 del secolo scorso era molto attivo, ma ormai inutilizzato da decenni.
2 – Il cimitero di San Giovanni, il più esteso dei cinque presenti nel territorio andorese, è ancora privo di alcuni suoi importanti ampliamenti avvenuti negli anni successivi.
3 – Il campetto da calcio di San Giovanni è ancora molto simile ad un prato, con una recinzione improvvisata ed a tratti strappata o mancante; le porte sono posizionate a monte e verso mare con alcuni inconvenienti per i giocatori: un tiro sbagliato verso la porta a monte rischia di far recuperare il pallone nel vicino Rio San Giovanni, a meno che la corrente non lo porti direttamente nel Torrente Merula; un tiro sbagliato verso la porta a mare può finire facilmente per spaccare i vetri della serra di Romeo Guardone; per non parlare delle pallonate accidentali e disgraziati rimpalli che giungono fino dentro al vicino cimitero.
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1 – Il campeggio “San Giovanni” l’ultimo rimasto più per poco tempo sul territorio andorese, insieme al campeggio “Mare e Sol” facente parte del complesso “Ariston”.
2 – Il vecchio deposito di carburanti, nel tempo occasionalmente oggetto di problematiche ambientali.
3 – Il deposito – rivendita di materiali edili di Vittorio Mangeri, rimasto in questa posizione per molti anni, dopo essere nato inizialmente nell’appezzamento su via Merula confinante con il cimitero di San Giovanni e poi destinato a cimitero dei veicoli (5).
4 – La prima versione del supermercato di via Santa Caterina: all’epoca SIDIS, ma più volte cambiato di gestione sino all’attuale CONAD della famiglia Viarino e reso per un periodo un mini centro commerciale dove si trovavano un supermercato, un punto vendita elettrodomestici/casalinghi/elettronica (in diversi periodi UNI EURO e TRONY, con possibilità di lista nozze) ed un punto vendita di abbigliamento.
5 – Il cimitero di San Giovanni, il più esteso dei cinque presenti nel territorio andorese, è ancora privo di alcuni suoi importanti ampliamenti avvenuti negli anni successivi.
6 – Il campetto da calcio di San Giovanni è ancora molto simile ad un prato, con una recinzione improvvisata ed a tratti strappata o mancante; le porte sono posizionate a monte e verso mare con alcuni inconvenienti per i giocatori: un tiro sbagliato verso la porta a monte rischia di far recuperare il pallone nel vicino Rio San Giovanni, a meno che la corrente non lo porti direttamente nel Torrente Merula; un tiro sbagliato verso la porta a mare può finire facilmente per spaccare i vetri della serra di Romeo Guardone; per non parlare delle pallonate accidentali e disgraziati rimpalli che giungono fino dentro al vicino cimitero.
7 – L’ex cartiera Marani, un impianto produttivo che negli anni ’70 del secolo scorso era molto attivo, ma ormai inutilizzato da decenni.
8 – La vecchia rotonda dello svincolo autostradale.
9 – Nella borgata Castello il Paraxo si presenta ancora in stato di rudere privo di copertura, non essendo ancora stato realizzato l’intervento di recupero conservativo.
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1 – La zona industriale di Pian Rosso deve ancora espandersi dalla “curva di Gigiotto” verso Pian di Basole.
2 – Esiste ancora, più per poco, il maneggio di Molino Nuovo, che verrà cancellato dall’enorme edificazione intensiva che si svilupperà nel giro di un decennio.
3 – Grandi lotti di campagne che saranno sommersi dall’edificazione intensiva, modificando radicalmente l’aspetto ed il territorio.
4 – L’antico abitato della borgata, sviluppatosi dal 1870, sarà presto modificato ed esteso da numerosissimi interventi di ristrutturazione e nuova edificazione che modificheranno le caratteristiche di tanti vecchi edifici.
5 – Il vecchio raccordo stradale tra la strada arginale – via Piangrande, la strada di accesso con la borgata Metta (dove poco lontano si trova la discarica dei rifiuti solidi urbani a cielo aperto, che spesso vengono movimentati ed interrati; su questo luogo sarà realizzato un impianto fotovoltaico e, in zone purtroppo non sufficientemente lontane, alcune case residenziali), quella per la borgata Costa dei Galleani, la Strada Provinciale n° 13 “Valmerula” e relativo ponte che immette in Molino Nuovo.
Sembra incredibile pensare e ricordare che da bambino e adolescente sono cresciuto con mio cugino Franco, imparando ad andare in Vespa a 8 – 10 anni e giocando a pallone su questo tratto di strada arginale, ogni giorno e per tanti anni, in mezzo alle pochissime macchine che transitavano e talvolta qualcuno si fermava per unirsi alla partita!!
6 – Il cimitero di San Pietro non ancora ampliato.
7 – La borgata Metta di presenta ancora con i ruderi che furono la sede delle “prigioni mandamentali”, ristrutturati per diventare complessi residenziali.
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1 – Grandi lotti di campagne che saranno sommersi dall’edificazione intensiva, modificando radicalmente l’aspetto ed il territorio.
2 – L’antico abitato della borgata, sviluppatosi dal 1870, sarà presto modificato ed esteso da numerosissimi interventi di ristrutturazione e nuova edificazione che modificheranno le caratteristiche di tanti vecchi edifici.
3 – Campo sportivo “Gaetano Scirea” nelle sue condizioni di pieno utilizzo.
4 – Il gruppo di fabbricati conosciuto come Cà de Madalìn in corso di ristrutturazione.
5 – Borgata Melotti in corso di recupero.
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1 – Il vecchio raccordo stradale tra la strada arginale – via Piangrande, la strada di accesso con la borgata Metta (dove poco lontano si trova la discarica dei rifiuti solidi urbani a cielo aperto, che spesso vengono movimentati ed interrati; su questo luogo sarà realizzato un impianto fotovoltaico e, in zone purtroppo non sufficientemente lontane, alcune case residenziali), quella per la borgata Costa dei Galleani, la Strada Provinciale n° 13 “Valmerula” e relativo ponte che immette in Molino Nuovo.
2 – Esiste ancora, più per poco, il maneggio di Molino Nuovo, che verrà cancellato dall’enorme edificazione intensiva che si svilupperà nel giro di un decennio.
3 – Grandi lotti di campagne che saranno sommersi dall’edificazione intensiva, modificando radicalmente l’aspetto ed il territorio.
4 – Antichi fabbricati testimoni di un passato contadino, che saranno demoliti per fare spazio alle nuove e più grandi palazzine residenziali.
5 – L’antico abitato della borgata, sviluppatosi dal 1870, sarà presto modificato ed esteso da numerosissimi interventi di ristrutturazione e nuova edificazione che modificheranno le caratteristiche di tanti vecchi edifici.
6 – Il gruppo di fabbricati conosciuto come Cà de Madalìn in corso di ristrutturazione.
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1 – Campo sportivo “Gaetano Scirea” nelle sue condizioni di pieno utilizzo.
2 – L’antico abitato della borgata, sviluppatosi dal 1870, sarà presto modificato ed esteso da numerosissimi interventi di ristrutturazione e nuova edificazione che modificheranno le caratteristiche di tanti vecchi edifici.
3 e 4 – Grandi lotti di campagne che saranno sommersi dall’edificazione intensiva, modificando radicalmente l’aspetto ed il territorio.
5 – Antichi fabbricati testimoni di un passato contadino, che saranno demoliti per fare spazio alle nuove e più grandi palazzine residenziali.
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1 – Ruderi dell’antico frantoio, dismesso da alcuni decenni, conosciuto ultimamente nel suo utilizzo con il nome di “gumbo de Testa” o “Cà de Testa”.
2 – Esiste ancora, più per poco, il maneggio di Molino Nuovo, che verrà cancellato dall’enorme edificazione intensiva che si svilupperà nel giro di un decennio.
3 – Il vecchio raccordo stradale tra la strada arginale – via Piangrande, la strada di accesso con la borgata Metta (dove poco lontano si trova la discarica dei rifiuti solidi urbani a cielo aperto, che spesso vengono movimentati ed interrati; su questo luogo sarà realizzato un impianto fotovoltaico e, in zone purtroppo non sufficientemente lontane, alcune case residenziali), quella per la borgata Costa dei Galleani, la Strada Provinciale n° 13 “Valmerula” e relativo ponte che immette in Molino Nuovo.
4 – Il cimitero di San Pietro non ancora ampliato.
5 – La zona industriale di Pian Rosso deve ancora espandersi dalla “curva di Gigiotto” verso Pian di Basole.
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1 e 2 – Grandi lotti di campagne che saranno sommersi dall’edificazione intensiva, modificando radicalmente l’aspetto ed il territorio.
3 – L’antico abitato della borgata, sviluppatosi dal 1870, sarà presto modificato ed esteso da numerosissimi interventi di ristrutturazione e nuova edificazione che modificheranno le caratteristiche di tanti vecchi edifici.
4 – Campo sportivo “Gaetano Scirea” nelle sue condizioni di pieno utilizzo.
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